Si scaldano i cieli turco siriani. Confronti tra jet russi e turchi. Rischio elevato di incidenti. Lanciamissile russo sulle coste della Siria crea di fatto una “no fly zone”.

Si scaldano i cieli turco siriani. Confronti tra jet russi e turchi. Rischio elevato di incidenti. Lanciamissile russo sulle coste della Siria crea di fatto una “no fly zone”.

I cieli della Siria e della confinante parte di Turchia si fanno sempre più affollati e caldi. I jet russi avrebbero ancora violato lo spazio aereo turco facendo nascere il sospetto ad Ankara, e alla sede Nato di Bruxelles, che gli sconfinamenti dei piloti di Putin siano voluti. Da qui il caldo invito, che assomiglia ad un deciso monito, per Mosca a rispettare la sovranità dei paesi della Nato, la Turchia è tra questi, e ad evitare di surriscaldare il clima già più di quanto non lo sia.

Poi, circola voce che alcuni apparecchi turchi di pattuglia siano stati “illuminati”, come si dice in gergo quando un velivolo è localizzato dalla punteria di un’arma antiaerea o da altri aviogetti, come se si trattasse di un minaccioso messaggio.

In questo contesto si collocano tre elementi tutti da valutare. Il primo, è la presenza nelle acque antistanti la Siria, del lanciamissili russo Moskva con a bordo 64 micidiali S-300, missili navali antiaerei. Questi  missili innescano di fatto, come lamentano gli israeliani, se non una totale “no fly zone” sull’area,  elementi di pericolosità ed incertezza per i voli effettuati dalla coalizione occidentale su Siria ed Iraq, oltre che a far diventare quasi impossibile i tradizionali voli di bombardamento israeliani contro Hamas a Gaza, o dei gruppi terroristi presenti in Libano e in Siria.

Per l’esame di questi aspetti molto delicati dell’attuale sviluppo dalla situazione siriana , il vice capo di stato maggiore russo, il generale Nikolay Bogdanovsky, è volato in Israele.

Il secondo elemento, così, è costituito dalla necessità di dare vita ad un coordinamento delle operazioni militari condotte da un numero sempre più alto di aerei appartenenti a diversi paesi, in particolare Usa, Russia, Francia, Giordania, Turchia, Australia, Nuova Zelanda ecc. ecc., oltre che di quel che resta delle aviazioni  di Siria ed Iraq.

Ciò può spiegare perché circolino voci sulla possibilità che gli americani stiano per concludere un’intesa con Mosca e, addirittura, con Damasco, in modo da evitare il più possibile ogni tipo di incidenti destinati a portare delle conseguenze oggi imprevedibili.

Infine, con insistenza, sta circolando voce che anche l’Italia si accingerebbe ad impegnare i propri Tornado, finora utilizzati solo nell’ambito di operazioni di ricognizione, in bombardamenti veri e propri. Sembra che l’intervento verrebbe ipotizzato sulla base di un invito formale del Governo di Baghdad, ma è chiaro che solo il Parlamento può sostenere ed approvare un’iniziativa del genere.