La Russia alla guerra in Siria. Dissidio con Usa che cerca soluzioni politiche. All’Onu ci sarà incontro Putin Obama

La Russia alla guerra in Siria. Dissidio con Usa che cerca soluzioni politiche. All’Onu ci sarà incontro Putin Obama

La Russia intende presentare una risoluzione all’Onu che potrebbe aprire la strada ad un intervento militare contro l’Isis che Mosca, comunque, sembra interessata ad organizzare con la collaborazione degli Stati Uniti. L’amministrazione Obama, però, non è orientata a sostenere questa posizione perché teme che possa impedire il raggiungimento di una soluzione politica del conflitto.

Obama e Putin, i cui rapporti sono molto raffreddati da quando è scoppiata la crisi in Ucraina, si incontreranno a New York in occasione dello svolgimento dell’Assemblea generale dell’Onu e la loro agenda dei colloqui prevede proprio che Ucraina e Siria siano in cima ai temi da affrontare.

Gli Usa hanno anche espresso preoccupazione  per la consistente forniture di armi che Mosca sta garantendo al Governo di Damasco e l’invio in Siria di propri uomini e mezzi. Il primo effetto di questa mossa è stato che l’aviazione siriana è stata in grado nei giorni scorsi di incrementare i bombardamenti aerei e di utilizzare negli scontri con le milizie ribelli armamenti più sofisticati.

Il vertice tra Obama e Putin, così, interviene proprio mentre fonti israeliane fanno circolare quello che sembra un dettagliato resoconto della battaglia svoltasi in Siria contro l’Isis, o Daesh, cui avrebbero partecipato truppe di terra russe schierate accanto alle forze di Damasco e alle milizie degli Hezbollah sciiti libanesi impegnate in difesa del regime di Bashar al-Assad.

Si tratterebbe della vera prima battaglia in cui  sarebbero intervenuti i marines russi della 810 esima Brigata trasportati nel paese mediterraneo pochi giorni or sono. Lo scontro con gli islamisti sarebbe avvenuto ad est di Aleppo, nei pressi della base aerea Kweiris caduta in mano all’Isis.

La fonte siriana ricorda come questa operazione andrebbe contro le assicurazioni fornite dal Presidente russo, Vladimir Putin, al Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, solamente tre giorni fa nel corso di un vertice tenuto a Mosca. Putin aveva dichiarato che le sue forze sono in Siria solo per la difesa degli interessi russi e non verrebbero impegnate in combattimento al fianco dell’esercito siriano, degli Hezbollah o delle truppe iraniane.

La stessa fonte fornisce prova di un’ottima conoscenza della situazione rendendo anche noto il fatto che le forze dell’ISIS  a difesa della base aerea sono in gran parte composte da miliziani ceceni sotto il comando del 27 enne Abu Omar al-Shishani, considerato uno dei capi più importanti dell’organizzazione terroristica islamista, la cui provenienza è l’enclave cecena di Pankisi in Georgia.

L’obiettivo dell’operazione in cui sarebbero coinvolti i russi è quello di rompere l’assedio di Aleppo, la seconda città più grande della Siria dopo Damasco.

Secondo gli israeliani, l’operazione confermerebbe la sfiducia dei russi nel fatto che sia possibile ottenere una collaborazione degli americani per realizzare operazioni congiunte in Siria contro l’Isis, cosa su cui Putin punterebbe a richiamare ancora una volta l’attenzione di Barack Obama con il quale si dovrebbe appositamente incontrare a margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite il prossimo 28 settembre.

I russi si sarebbero ulteriormente convinti ad intervenire dopo l’annuncio delle dimissioni del generale John Allen da capo delle operazioni Usa perché non avrebbe ricevuto l’adeguato sostegno politico e la fornitura delle armi necessarie da parte di Obama.