Via libera di Israele alla presenza russa in Siria. Coordinamento per evitare incidenti

Via libera di Israele alla presenza russa in Siria. Coordinamento per evitare incidenti

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, vola a Mosca per incontrare il Presidente, Vladimir Putin, al quale dà sostanzialmente via libera all’incremento della presenza militare russa in Siria dove la Russia è comunque presente da decenni.

Recentemente, però, Putin ha deciso di impegnarsi ancora di più direttamente per salvaguardare il regime di Bashar al-Assad il quale ha perso una gran parte del controllo del territorio sotto l’incalzare delle milizie sunnite, tra le quali quelle organizzate dall’Isis o Daesh e dai gruppi legati ad al-Qaeda ed anche quelle legate al fronte dei paesi arabi cosiddetti moderati.

Quello di Israele è, in parte, un atteggiamento forzato visto che molto difficilmente qualunque azione diplomatica avrebbe potuto distogliere i russi dalla loro idea, già del resto concretizzata con l’invio di mezzi aerei, navali e terrestri, oltre che alcune centinaia di militari.

Così, l’incontro a livello politico e quello a livello militare sono stati programmati per evitare che possano verificarsi degli incidenti tra le forze in campo. Il capo di stato maggiore dell’esercito russo , il generale Valery Vasilevich Gerasimov, ha incontrato il suo collega israeliano Gadi Eisenkot con il quale è stato dato vita ad un comitato congiuto di coordinamento per evitare possibili incidenti dalle conseguenze incalcolabili.

Israele, anche nel recente passato, è intervenuto per distruggere convogli che trasportavano missili ed armamenti destinati sia all’esercito di Damasco, sia alle forze degli sciiti libanesi Herbollha che sostengono militarmente Bashar al-Assad.

Mosca ha comunque fugato ogni perplessità di Israele sostenendo che il leader di Damasco non è in condizione di condurre alcuna azione militare contro lo Stato ebraico, il quale, a questo punto, può essere interessato ad avere più a che fare con la Russia, piuttosto che con l’Iran, anch’esso impegnato nel sostegno del governo siriano.