Migranti: 28 morti annegati in Grecia. 14 sono bambini. La Germania chiude le frontiere

Migranti: 28 morti annegati in Grecia. 14 sono bambini. La Germania chiude le frontiere

28 migranti sono annegati nei pressi dell’isola di Farmakonisi che si trova a metà strada tra la località turca di Didim e la parte alta dell’arcipelago greco del Dodecanneso. 14 dei morti sono bambini. Ancora ignota la loro nazionalità.

E’ una delle tante notizie, anche contraddittorie, che in materia di migranti giungono oggi confermando che si continua ad andare avanti in ordine sparso e che è proprio difficile intravedere una politica europea comune, degna di questo nome.

La Germania ha deciso di reintrodurre i controlli alla frontiera con l’Austria per fare fronte all’inarrestabile arrivo di migranti, anche se non sono ancora chiare le misure che verranno adottate nelle prossime ore. La decisione presa dalle autorità berlinesi dopo che in un giorno solo risultano giunti a Monaco di Baviera più di 13.000 migranti. Queste nuove misure , con relativa sospensione degli accordi di Schengen, riguardano particolarmente il confine tra Austria e Baviera. Da quel che risulta, già alcune migliaia di profughi sarebbero già bloccati sui treni che li avrebbero dovuto portare in Germania.

Intanto, non si placa la polemica diplomatica tra Vienna e le autorità ungheresi. Queste ultime si sono risentite per i commenti di esponenti del Governo austriaco secondo i quali il trattamento riservato in Ungheria ai profughi riporta alla mente il comportamento dei nazisti. A Budapest hanno allora convocato l’ambasciatore austriaco per esprimere con forza le loro rimostranze.

Il periodo nazista è richiamato in queste ore anche dalla polemica scatenata dalla decisione del sindaco di Schwerte, la città nei pressi di Dortmund nel cui territorio si trovava un sotto campo di trasferimento nazista dipendente dal tristemente famoso campo di sterminio di Buchenwald, di alloggiare decine di migrati in alcuni edifici che negli anni ’40 erano appunto utilizzati per la momentanea sistemazione di ebrei ed altri deportati.

Il sindaco nega con forza che sia così e, foto alla mano, cerca di dimostrare che le baracche utilizzate in questi giorni risalgono invece agli anni ’50, ma la notizia ha provocato comunque la reazione di molti ambienti israeliani e di molte comunità ebraiche che giudicano la decisione molto discutibile.

C’è poi tutta un’altra Europa. Quella schierata a favore dei profughi e chiede ai governi più accoglienza. E’ un’Europa scesa in piazza, ad esempio, in Italia con la “Marcia degli scalzi”, e che ha raggiunto il punto più alto con la manifestazione di Londra dove decine di migliaia di persone sono scese per le strade del centro della capitale britannica a sostegno dei rifugiati ed invitare il governo britannico a prendere una posizione più decisa nell’accoglienza dei profughi.

I giornali londinesi parlano della marcia come della più grande iniziativa del genere a memoria d’uomo a raggiungere la piazza del Parlamento di Westminster.

In 90.000 si sono detti presenti on line all’evento assieme alle altre numerose migliaia che partecipano a manifestazioni simili organizzate in tutto il paese.

Secondo il capo della Polizia Metropolitana, solamente in Trafalgar Square si sono presentati in 50 mila per chiedere al Primo ministro, David Cameron, di accogliere più dei 20.000 previsti entro il 2020.

Il quotidiano The Independent ha lanciato una petizione on line a questo riguardo che ha raccolto finora 380.000 firme di adesione.

La petizione è raggiungibile on line CLICCA QUA