Migranti: altri 37 morti. Europa convoca vertice. Londra pensa di chiudere anche agli europei

Migranti: altri 37 morti. Europa convoca vertice. Londra pensa di chiudere anche agli europei

Altri 37 migranti  morti ad aggravare il bilancio delle vite perse sulle acque del Mediterraneo antistanti la Libia. Sette cadaveri sono stati trovati sulla spiaggia di Khoms, la città di Leptis Magna, tra Tripoli e Misurata. Altri 30 cadaveri devono essere ancora recuperati nel tratto di mare vicino dove sono stati individuati.

Questo stillicidio di notizie di morti continue, cui si aggiungono le drammatiche scene della pressione dei migranti alle frontiere dell’Europa,  porta, ancora una volta, a chiedere che i 28 paesi dell’Unione assumano coralmente una responsabilità fino ad oggi rimpallata dall’uno all’altro o del tutto disattesa.

Così il prossimo 14 settembre assisteremo all’ennesimo vertice sui migranti appena convocato. Questa volta richiesto da Germania, Francia e Regno Unito. I tre paesi che spesso sono indicati come quelli che stanno in cima ai pensieri dei migranti come luogo nel quale essere accolti.

Si tratterà di un vertice costretto, ancora una volta, a constatare l’assoluta diversità di opinione che percorre e divide l’Unione, così come del resto si sta constatando dallo scorso aprile quando dopo una serie di naufragi che provocò la morte di oltre mille profughi si tenne per la prima volta una riunione straordinaria in materia da parte dei Capi di stato e di governo.

In queste ore le divergenze in materia sono confermate dalla polemica del Governo francese, se ne è incaricato il Ministro degli esteri di Parigi, Laurent Fabius, che ha preso di mira quello ungherese ed altri delle regioni orientali europei accusati di limitarsi alla erezione di barriere e di non assumersi le responsabilità del caso.

Ancora più clamore, però, viene dalle dichiarazioni del Ministro degli interni britannico, Theresa May, che fa di tutta l’erba un fascio e propone la chiusura delle frontiere del Regno Unito anche a quei cittadini europei che vi si trasferiscono senza avere un permesso di lavoro e finiscono, così, per vivere utilizzando i sussidi pubblici.