Borse in picchiata anche in Europa dopo il tracollo asiatico innescato da Shanghai

Borse in picchiata anche in Europa dopo il tracollo asiatico innescato da Shanghai

Anche in tutta Europa le borse segnano rosso profondo. Dal 5,6 in meno di Milano si va ad una media attorno al 4% di perdite a Londra, Parigi e Francoforte. Tutta la colpa è indirizzata verso Shanghai che continua a scivolare oltre i livelli di sei anni fa.

Se la settimana scorsa era stata una delle peggiori degli ultimi anni per il mercato borsistico mondiale, con Shanghai che aveva dato il là con una perdita complessiva del 12%, oggi la situazione non è affatto migliorata. Anzi. La Borsa cinese perde subito l’8 % e si trascina dietro tutte le altre asiatiche con cali  attorno al 4 % a Tokyo e Hong Kong, con una punta di oltre il 7% a Taiwan e , sia pure con perdite più contenute, in Australia e in Corea.

E pensare che le autorità cinesi avevano annunciato un provvedimento da cui si aspettano, invece, il contrario perché, per la prima volta, Pechino ha deciso di autorizzare il suo principale fondo pensione statale ad investire nel mercato azionario per risollevare la Borsa dopo i recenti crolli.

Secondo le nuove regole, sarà consentito al fondo di investire fino al 30% del proprio patrimonio netto oltre che in azioni quotate sul mercato interno anche in una serie di strumenti di mercato, inclusi i derivati.

Il principale fondo pensione in questione detiene un patrimonio di circa 300 miliardi di euro.

L’indice Shanghai Composite ha chiuso venerdì una settimana di perdite che hanno raggiunto il 12% segnando un record negativo da almeno sei anni.

All’inizio di questo mese, la banca centrale cinese è intervenuta con la svalutazione dello yuan nel tentativo di incrementare le esportazioni e rispondere così al rallentamento della crescita economica che nel secondo trimestre di quest’anno ha indicato solamente il 7%, cioè ritmo più lento per sei anni.