Il Califfo dell’Isis avrebbe violentato una cooperante Usa prima che lei fosse uccisa

Il Califfo dell’Isis avrebbe violentato una cooperante Usa prima che lei fosse uccisa

Il Califfo dell’Isis, Abu Bakr Al Baghdadi, avrebbe ripetutamente violentato Kayla Mueller, la ragazza americana ostaggio dello Stato Islamico in Siria dal 2013, prima che la giovane volontaria statunitense fosse uccisa dagli uomini dell’Isis o rimanesse colpita a morte nel corso di un bombardamento.

Le notizie sono ancora molto frammentarie e non precise, ma basate su diverse testimonianze rese da altre ragazze e donne che sono state prigioniere degli estremisti islamisti e che hanno avuto modo di incontrare Kayla durante la detenzione o di sapere della sua storia.

I genitori della 26 enne cooperante americana hanno dichiarato di aver saputo che Kayla sarebbe stata torturata e che era “una proprietà di Al Baghdadi”.

L’Isis, che i militanti dell’organizzazione preferiscono chiamare Daesh,  ha sostenuto che Kayla è rimasta uccisa il 6 febbraio scorso in un raid aereo della coalizione, ma nelle foto inviate alla famiglia si notavano sul volto della ragazza alcuni lividi ed ematomi e non le ferite caratteristiche di chi finisce sotto un bombardamento.

Le vicende della statunitense non costituiscono, purtroppo, né un fatto isolato né una novità giacché numerose sono le denunce di stupri e violenze subite da giovani e ragazze nei territori occupati dallo Stato Islamico in Siria e in Iraq.