Apprensione per i 4 italiani rapiti in Libia. Silenzio dei sequestratori. Ridda di ipotesi

Apprensione per i 4 italiani rapiti in Libia. Silenzio dei sequestratori. Ridda di ipotesi

Fa bene il ministro Paolo Gentiloni ad invitare alla prudenza e non lasciarsi andare ad illazioni perché ogni ipotesi è possibile sui quattro italiani appena rapiti in Libia. Le autorità italiane ed i dirigenti dell’Eni che ha un ruolo importante nella regione non vogliono sbilanciarsi sulle possibili ricostruzioni del sequestro di quattro tecnici della Bonatti di Parma impiegati  in una struttura dell’Eni nella zona di Mellitah. I quattro sono Fausto Piano, Gino Pollicardo, Filippo Calcagno e Salvatore Failla.

Ad oltre 24 ore dal rapimento, avvenuto mentre i quattro con un autista libico rientravano al lavoro dalla Tunisia, non c’è alcuna notizia su di loro mentre una ridda di ipotesi viene lanciata senza però che ci sia ancora un fondamento certo su cui possano essere basate.

Secondo le voci ricorrenti in queste ultime ore, potrebbe trattarsi di un sequestro organizzato dai trafficanti di persone senza alcun collegamento con finalità di terrorismo, ma rimanendo nell’ambito della criminalità comune del resto lasciata libera di operare indisturbata nel paese arabo del nord Africa dopo lo scoppio di una sanguinosa guerra che ha diviso e destabilizzato completamente la Libia.

Intanto ai cancelli della della struttura dove lavorano i quattro è stato affisso un cartello con l’invito a liberare i quattro.