Renzi furioso. Ancora in alto mare sui migranti e crisi finanziaria greca. C’è chi prova a bloccare gli accordi

Renzi furioso. Ancora in alto mare sui migranti e crisi finanziaria greca. C’è chi prova a bloccare gli accordi

Nonostante il succedersi di riunioni su riunioni seguite dalle relative dichiarazioni stampa, l’Europa non conclude nè sulla questione migranti, nè su quella greca. Quest’ultima è ancora rinviata, sia pure solo di poche ore, al vertice di domani.

Sembrava che tutto fosse superato, ma i cosiddetti “falchi” del liberismo finanziario internazionale, capeggiati dalla Christine Lagarde dell’FMI, il Fondo monetario internazionale, stanno provando a mettersi ancora di traverso e stanno impedendo la chiusura di un accordo, voluto invece dai vertici politici dei 28 e della Ue.

Così, è chiaro che solo un’intesa raggiungibile ai massimi livelli dell’Unione servirà a superare gli ostacoli messi in campo da chi utilizzando la crisi finanziaria greca, importante, ma il cui impatto è veramente irrisorio sul complesso delle risorse europee, vuole in realtà mettere in crisi l’euro e l’assetto istituzionale del Vecchio continente.

Ancora più confusa è la situazione sui migranti, se solo si va a scavare un pò dietro le dichiarazioni di facciata. Intanto, si continua a ripetere la solita storia, già decisa l’aprile scorso a livello di Vertice straordinario dei Capi di stato e di governo, dei 40 mila migranti da accogliere solamente con la scelta da effettuare tra coloro cui sarà riconosciuto lo status di rifugiato politico, mentre tutti gli altri saranno rimpatriati.

Il vertice in corso a Bruxelles ha ribadito ancora una volta questo assunto, del resto obbligati dalla decisione a più alto livello presa due mesi fa, ma non è andato oltre, come del resto dimostrano le irritate e furiose dichiarazioni del Primo Ministro italiano, Matteo Renzi, che ha di nuovo minacciato che l’Italia si organizzerà da sola se gli altri paesi europei non riscopriranno il senso della solidarietà tra di loro e verso chi ha bisogno di asilo.

Il punto nodale resta sempre quello dei criteri da seguire per la suddivisione dei 40 mila, cifra che tra l’altro sarà raggiunta nel corso di due anni. L’Italia e la Commissione europea volevano l’imposizione vincolante per i 25 paesi coinvolti. Regno Unito, Irlanda e Danimarca, infatti, pur intervenendo rumorosamente in materia, sono comunque esentati dall’eventuale obbligo in ragione della loro adesione all’Unione, contrattata a suo tempo.

Per il resto, non si è ancora capito niente sulle decisioni assunte. Le dichiarazioni di Renzi del resto lo confermano. Così come quelle di Donald Tusk, Primo ministro polacco e Presidente di turno della riunione in corso a Bruxelles, che hanno escluso l’obbligatorietà e rinviato a Luglio una decisione definitiva. Sarà, infatti, il summit dei Ministri degli Interni previsto entro la fine del prossimo mese a prendere una decisione.

Ma non si sono appena riuniti qualche giorno fa e , come informò il Ministro italiano, Angelino Alfano, alla televisione, avevano raggiunto l’accordo sul fatto che la suddivisione sarebbe stata obbligatoria?