Dura lotta nel Pd su Roma. Marino contro la Destra. La Boschi contro di lui

Dura lotta nel Pd su Roma. Marino contro la Destra. La Boschi contro di lui

Non si placa la dura battaglia interna al Pd sul caso di “Mafia capitale”, che sembra voglia essere  utilizzata dai vertici del Partito di Renzi per costringere Ignazio Marino a gettare la spugna e a lasciare il Campidoglio. Già gli avevano dato lo schiaffo di mezzo commissariarlo per il prossimo Giubileo con il Prefetto di Roma, Gabrielli.

Poi, hanno fatto circolare sempre più voci sulla possibilità che sia addirittura tutto l’amministrazione di Roma Capitale ad essere sciolta e messa sotto tutela, fino a nuove elezioni,  per le presunte infiltrazioni mafiose in Consiglio comunale.

Molti ambienti politici ed imprenditoriali, così come molti giornali a questi legati, premono perché Marino lasci. La stessa Destra che ha governato la scorsa legislatura, e finita coinvolta nell’inchiesta sugli inquinamenti mafiosi, chiede le dimissioni del Sindaco. Così come fa il Movimento Cinque Stelle che pensa, in caso di elezioni, di poter conquistare la Capitale, seguendo l’esempio di quanto avvenuto il altre città importanti, come Parma e Livorno.

La battaglia si sta svolgendo su di un doppio fronte. Quello istituzionale, che riguarda il Sindaco ed il Consiglio Comunale, e quello del Pd, su cui ha sparato a palle incatenate anche Fabrizio Barca, ex ministro del Governo Monti. Secondo Barca quasi tutti i circoli in cui è articolato il partito a Roma sarebbero da chiudere.

Contro questa tesi, però, è sceso in campo il Presidente dei democratici, Matteo Orfini,  anche commissario del Pd nella Capitale.

A livello di Giunta, lo scontro coinvolge in queste ore due assessori di Roma Capitale: Improta, ai trasporti,  e Scozzese, al bilancio. Sembrerebbero in uscita in modo molto polemico. Mentre l’assessore alla legalità, l’ex magistrato Sabella sostiene, invece, che Roma è un malato in cura e l’unico medico buono è Marino.

Una situazione molto delicata ed imbarazzante, insomma, da qualunque punto di vista la si voglia guardare. Il Pd non può sfiduciare a cuor leggero una Giunta che ha fatto della buona amministrazione un punto fondamentale della propria immagine, ma non può neppure fare incancrenire sempre di più le cose nella città più grande ed importante d’Italia.

Renzi ha recentemente detto che Marino non sarà commissariato per la vicenda di “Mafia Capitale”. La cosa, infatti, significherebbe ammettere che tutto il partito romano è infetto, così come tutti i suoi amministratori.  Renzi, allora, ha fatto chiaramente capire di attendersi le dimissioni di Marino perché sarebbe oramai dimostrata la sua incapacità a governare la Capitale.

Nelle ultime ore, però, ha rincarato la dose la ministra Boschi rilanciando la possibilità che si giunga al commissariamento, anche se si tratterà di vedere in che modo si esprimerà al riguardo il Prefetto Gabrielli e, successivamente, l’intero Consiglio dei Ministri.

Marino aveva già risposto per le rime a  Renzi. Fa lo stesso con la Boschi dalla Festa dell’Unità. Ribadisce il messaggio: non ci pensa neppure a lasciare. Resta al suo posto. Fa capire d’intendere bene che gli attacchi vengono anche da casa sua e, così, scalda la folla ricordando quello che ha visto arrivando in Campidoglio. Cose- ha detto- che gli umani non hanno mai visto.

Marino attacca la Destra che dovrebbe a suo avviso vergognarsi per come ha ridotto Roma ed ora, invece, non si vergogna a chiedere le sue dimissioni. La conclusione è un lapidario: tornate nelle fogne da cui siete venuti. Un messaggio che richiama alla mente gli slogan antifascisti del periodo del terrorismo e degli attentati che sconvolsero l’Italia di 40 anni fa.

La risposta alla Destra, così, è ancora più imbarazzante per il vertici del Pd che vogliono provare a farlo fuori.