La bufera di Mafia Capitale fa vacillare Marino e Zingaretti. Il Pd li tiene..per ora

La bufera di Mafia Capitale fa vacillare Marino e Zingaretti. Il Pd li tiene..per ora

Vera e propria bufera su Comune di Roma e Regione Lazio per il presentarsi, in maniera altrettanto esplosiva, della seconda fase dell’inchiesta sulla cosiddetta “ Mafia capitale ” che vede il coinvolgimento di numerosi esponenti della politica e delle istituzioni del Campidoglio e di Via della Pisana. Un coinvolgimento trasversale anche se inizialmente sembrava trattarsi di una vicenda tutta interna alla destra e, addirittura, ultradestra neo fascista.

Ignazio Martino e Luca Zingaretti, sono ovviamente nell’occhio del tifone. I vertici del Pd con loro. Le metastasi della corruzione capitolina e laziale, infatti, hanno fortemente coinvolti importanti personaggi direttamente e indirettamente legati al partito oggi responsabile della gestione sia dell’amministrazione capitolina, sia di quella regionale.

Da più parti, anche internamente al Pd, si levano richieste di dimissioni indirizzate al Sindaco, al Governatore Zingaretti e, come fa la Patrizia Prestipino, pure all’attuale commissario del Pd romano, il presidente del partito Matteo Orfini.

Si sta creando una situazione che potrebbe rendere persino più complesso, e più velenoso, il dibattito interno al partito che si sta ulteriormente sviluppando dopo i recenti risultati delle elezioni regionali. E in quest’ottica deve essere visto il tentativo dei vertici del Pd di difendere Marino e Zingaretti che, però, secondo alcuni commentatori è solo momentaneo.

Nel caso delle richieste interne, infatti, si ritiene che questi passi indietro possano costituire l’unica premessa per ottenere una pulizia completa nella politica e nelle istituzioni troppo pesantemente coinvolte in un malaffare dagli aspetti particolarmente odiosi, vuoi per il livello dei personaggi coinvolti, vuoi perché capace di coinvolgere anche associazioni di volontariato dedite all’assistenza degli immigrati.

Tra gli uomini coinvolti anche alcuni di spicco de La Cascina, una delle organizzazioni imprenditoriali di Comunione e liberazione. Una di quelle strutture molto chiacchierate già da tempo che ha portato a far nascere la storpiatura del nome in “Comunione e ristorazione”.

E’ certo che con la nuova ondata di arresti, Mafia capitale sta prendendo di mira una buona parte della classe politica laziale di maggioranza. La cosa viene ovviamente utilizzata dall’opposizione per chiedere addirittura le dimissioni di Matteo Renzi, il quale è intervento sulla vicenda sostenendo che chi ha sbagliato deve pagare.

Un po’ poco per coloro che sulla destra, però anch’essa pesantemente coinvolta nella vicenda, si sbracciano a gran voce contro la sinistra facendo finta di dimenticare che le premesse di questa vicenda affondano nei tempi in cui Roma e Lazio erano guidate da loro esponenti come Alemanno. Non è un caso che ieri c’è stato il clamoroso arresto di Luca Gramazio, capogruppo di Forza Italia, ma in gioventù legato al mondo di Alleanza Nazionale.

Oggi, così, sono tutte le istituzioni e quasi tutti i partiti a leccarsi le ferite dopo l’esecuzione delle nuove ordinanze di custodia cautelare che hanno riguardato anche un ex assessore del Pd, Daniele Ozzimo, i consiglieri comunali Pierpaolo Pedetti, Pd, Massimo Caprari, del Centro democratico, Giordano Tredicine, del Pdl, l’ex Presidente dell’Assemblea Capitolina, il pd Mirko Coratti, l’ex Presidente del Municipio di Ostia, pure pd, Andrea Tassone.

E’ quasi sicuro che la vicenda politica e quella giudiziaria non devono essere considerate affatto chiuse con quanto accaduto nelle scorse ore perché in molti aspettano delle novità, in particolare, perché il dibattito interno al Pd sul ruolo di Marino e Zingaretti è solo appena cominciato.