Roma Capitale dice “no” ad antenna selvaggia e limita gli impianti di telefonia in città. Fanno male?

Roma Capitale dice “no” ad antenna selvaggia e limita gli impianti di telefonia in città. Fanno male?

L’assemblea del Comune di Roma ha approvato il nuovo regolamento per la localizzazione e l’installazione delle antenne e gli altri impianti di irraggiamento delle onde della telefonia mobile. I voti a favore del documento presentato da Gemma Azuni del Sel e da Athos De Luca, sono stati 29 e i contrari solamente tre.

Le nuove norme di Roma Capitale che rispondono ai problemi sorti con la cosiddetta “antenna selvaggia” prevedono la creazione di un “registro cittadino delle antenne” e l’istituzione di un “Osservatorio” sull’inquinamento elettromagnetico, in vista della possibilità di rendere più trasparente il percorso delle autorizzazioni necessarie che i gestori di telefonia mobile dovranno ottenere, sia ridurre la cosiddetta “esposizione” dei cittadini ai campi elettromagnetici.

Sul territorio verranno anche dislocate delle centraline per la misurazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e dati raccolti saranno resi pubblici e consultabili online da parte dei cittadini

Il documento stabilisce che le antenne devono sparire da ospedali, cliniche, case di cura o di riposo, dalle scuole, asili nido, da oratori e parchi giochi.  Nuovi impianti non vi si potranno più collocare e i vecchi devono essere smantellati.

Sembrerebbe, dunque, capire che gli amministratori locali di Roma Capitale hanno sposato le tesi più pessimistiche sulle ipotesi relative alla dannosità delle antenne, un tema ancora aperto e pieno di dubbi e tesi contrapposte a tutti i livelli.

Secondo le nuove regole comunali, le antenne d’ora in poi si dovranno essere collocare nelle zone meno edificate preferendo la loro installazione sui grandi centri commerciali o su grandi alberghi.

Sorge spontanea la riflessione sulla fine che faranno i segnali telefonici nelle zone più popolate da dove si intende ridurre l’irraggiamento del segnale e dove, invece, c’è maggior uso della telefonia mobile. C’è poi da chiedersi cosa accadrà se supermercati ed alberghi non vorranno piazzare le antenne sulla testa dei loro dipendenti e clienti.

Gli assessori all’ambiente, Estella Marino, e alla rigenerazione urbana, Giovanni Caudo hanno espresso la loro soddisfazione perché con il nuovo regolamento, Roma si “adegua alla legge quadro sull’elettrosmog e mette ordine all’esposizione selvaggia ai campi elettromagnetici, tramite un corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti”.

Anche il Pd romano plaude all’iniziativa e tappezza Roma con il manifesto che abbiamo fotografato.