Palmyra cade in mano all’Isis. Preoccupazioni per le opere d’arte, ma anche per il petrolio siriano

Palmyra cade in mano all’Isis. Preoccupazioni per le opere d’arte, ma anche per il petrolio siriano

Dopo settimane di furiosi combattimenti le milizie dell’Isis, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, hanno definitivamente preso il pieno controllo di Palmyra, antica città della Siria considerato uno dei principali patrimoni archeologici al mondo.

La città che si trova a circa 200 chilometri da Damasco è teatro da tempo di durissimi scontri tra le forze regolari siriane e l’Isis che la settimana scorsa era riuscita ad occupare una parte della zona moderna di Palmyra prima di essere ricacciato con gravi perdite.

Poi, improvvisamente l’esercito siriano si è come volatilizzato lasciando Palmyra in mano agli avversari.

i giorni scorsi  si era saputo dell’arrivo di migliaia di miliziani shiiti Hezbollah, alleati del Governo ufficiale di Damasco e nemici mortali dei sunniti dell’Isis. Si tratta così di capire cosa stia bollendo in pentola visto che per i combattenti non sono tanto importante le antiche rovine bensì i vicini campi petroliferi su cui probabilmente i siriani hanno fatto convogliare tutte le forze utili per non perdere il controllo di una delle principali risorse energetiche del Paese.

In ogni caso, adesso, c’è una polemica in corso perché i siriani sostengono di aver resistito fino a quando non è stata posta in salvo tutta la popolazione locale e molte opere d’arte per evitarne la distruzione da parte dei fanatici islamisti. Altre fonti, invece, rimproverano a Damasco di aver lasciato in mano all’Isis migliaia di persone.