Amalfitano: benessere equo e sostenibile. Una nuova frontiera per politici ed economisti.
“BES: Benessere Equo e Sostenibile. Il nuovo indicatore per misurare e valutare il progresso di una società e pianificarne il suo futuro”. È questo il titolo del workshop che si terrà giovedì 14 maggio, dalle ore 17,30, presso la Cittadella delle imprese di Taranto. Promossa dalla Camera di commercio della città pugliese, l’iniziativa affronterà le tematiche legate al BES, un indicatore che tiene conto delle dimensioni sociali e ambientali del benessere.
Ultima Edizione ha intervistato l’onorevole Domenico Amalfitano, presidente del Centro di Cultura “Lazzati” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che aprirà il workshop insieme al presidente della Camera di commercio Luigi Sportelli.
Cos’è il Bilancio Equo Sostenibile?
«Il Bilancio Equo Sostenibile è uno strumento che completa e va oltre il Pil: è un bilancio che non si ferma semplicemente ai valori monetari e quantitativi, ma rappresenta una strumentazione per verificare il benessere che è qualcosa di più di una semplice categoria monetaria. Quindi ci sono alcune realtà, alcuni valori e alcune situazioni relazionali, come ad esempio l’ambiente e il patrimonio paesaggistico, che sono categorie certamente importanti nel valutare il benessere. Siamo all’interno di una valutazione della qualità dello sviluppo. Non è solo lo sviluppo economico, ma uno sviluppo che appartiene al ben-essere, contrapposto al “ben avere”, anche se molte volte ci siamo trovati di fronte a situazioni dove il Pil poteva anche essere in aumento e il benessere relazionale in regressione. Utilizzare così questo strumento, che il Cnel, insieme con l’Istat, ha messo a disposizione del Paese, ci sembra una elemento di grande importanza. Si tratta di concretizzare veramente la concezione di uno sviluppo diverso e di coinvolgere il territorio: è un sistema certamente partecipativo. Cambia anche la prospettiva di un rendiconto politico, perché questo significa prendere la politica e le responsabilità delle comunità e metterle dinnanzi ad indicatori che impegnano all’azione. Tutto quello che noi misuriamo è in funzione di un’azione e quindi di ridare soggetto e oggetto alla politica».
Qual è l’impatto del BES sul territorio?
«Taranto che sta realmente vivendo un momento di mutazione da una realtà a sviluppo economico meramente di tipo quantitativo, che oggi subisce una regressione per le varie crisi, tra cui quella ambientale e quella della gestione dell’impianto siderurgico. Il BES è uno strumento quasi indispensabile per poter pensare in termini diversi una qualità di sviluppo e quindi non solo pensare in termini di decrescita, ma di altra crescita, di impostazione diversa: la crisi del territorio è una crisi di tutto ciò che gli indicatori del BES prendono come riferimento. Portare sul territorio uno strumento che per noi è strumento comunitario, democratico e di ripresa costituzionale (non a caso per il BES si parla di “Costituzione statistica”) ci sembra, allora, un momento altamente qualificante, includente e di una responsabilità che non appartiene semplicemente alla delega, ma alla costruzione “insieme” di quelle che possono essere le mete, ossia le motivazioni delle azioni comunitarie e politiche».
Quali sono gli obiettivi del workshop del 14 maggio?
«Innanzitutto ha un obiettivo informativo: mettere a disposizione questo strumento. Ci sono le presenze qualificanti di chi rappresenta l’Istat ed il Cnel, operatori che hanno messo mano al cantiere della costruzione del BES. Si cerca di invogliare la comunità, le istituzioni, la città e il territorio a misurarsi e ad avere lo strumento non solo per un momento strategico qualitativo, ma anche per un momento comunitario e quindi di concreto impegno politico. Un bilancio come quello del BES dà soggetto e anche oggetto alla politica: una politica che riprende responsabilità comunitaria e una indicazione di meta».
Chi interverrà al workshop?
«Abbiamo cercato di coinvolgere innanzitutto la Camera di Commercio e le due Università presenti sul territorio, Politecnico e Università Aldo Moro. Le due relazioni sono affidate alla dottoressa Sabbadini, che è direttore del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, e al dottor Olini, che rappresenta il Cnel e l’Ufficio Studi della Cisl ed è stato un esperto impegnato nelle stesure dei rapporti del 2013 e del 2014».
Andrea Pranovi