Grave scandalo denunciato dal “Guardian” sui lobbisti di Bruxelless e gli accordi sulle emissioni nell’atmosfera

Grave scandalo denunciato dal “Guardian” sui lobbisti di Bruxelless e gli accordi sulle emissioni nell’atmosfera

Le ultime notizie lo confermano: quella che pensavamo dovesse essere l’Europa dei popoli è diventata sempre più quella delle multinazionali.

Il “The Guardian” di Londra ha scoperto un grave scandalo, e lo ha sbattuto in prima pagina, rivelando che la Shell, uno dei colossi petroliferi mondiali, avrebbe esercitato pressioni per sabotare l’impegno europeo in materia di energia rinnovabile in vista di un’importante intesa sui tagli delle emissioni nell’atmosfera raggiunto nel mese di ottobre 2014 dopo anni ed anni di trattative.

Secondo quanto direbbero i documenti ottenuti dal giornale londinese, sotto la presidenza Barroso, si è giunti ad un accordo tanto strombazzato perché avrebbe rappresentato il non plus ultra della riduzione dell’inquinamento nel vecchio continente.

In realtà, il documento sarebbe stato preparato da un “lobbista” della compagnia petrolifera multinazionale anglo- olandese e sarebbe stato il frutto di un lavoro di “pressioni” avviato sin dal 2011.

Sulla base di quel documento, nel 2014, i capi di governo europei concordarono una riduzione complessiva del 40 per cento dei tagli delle emissioni , ma da raggiungere solamente entro il 2030. In ogni caso, il Regno Unito si è opposto agli obiettivi vincolanti fissati per i singoli Stati membri in materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili e non ha sottoscritto l’accordo finale.

Secondo la documentazione disponibile, il lavoro di pressione della lobby petrolifera avrebbe riguardato soprattutto Barroso, poi sostituito da Jean-Claude Juncker lo scorso novembre.

Non deve scandalizzare che i detentori di interessi economici e finanziari facciano gli affari loro, a livello nazionale ed europeo. I soldi ed il potere se li tengono proprio perché sanno farsi gli affari propri.

Quello che preoccupa è l’assoluta inconsistenza della politica e delle istituzioni. Nazionali e comunitarie.

Preoccupa che i nostri Capi di Stato e di Governo firmino accordi su accordi, a volte in pompa magna e sotto un diluvio retorico di annunci immarcescibili, sui risultati raggiunti: sempre tra il miracoloso e lo spettacolare.

Purtroppo,  i cittadini non possono proprio mettere la mano sul fuoco e giurare  sul fatto che i loro leader sappiano in piena consapevolezza, davvero, cosa stanno firmando e perché. Forte, invece, è la quasi certezza che non sappiano di essere stati pilotati più o meno sapientemente da loro collaboratori e da lobbisti. Lo si scoprirà solo tanti anni dopo e, per carità di patria, si tacerà.

Possibile che in tre anni di attività di questo potente, e c’è da dire bravo, lobbista della Shell nessuno tra i tanti firmatari, così autorevoli, e sempre tanto stimatissimi dalla stampa, sia mai stato preso dalla voglia di approfondire e di arrivare a sapere come stavano realmente le cose? Nessuno si è chiesto: ma questi documenti che firmo che genesi hanno avuto?, da dove vengono?, dalla Luna?

E pensare che i firmatari hanno a disposizione  una pletora enorme di funzionari, poi di direttori generali dei ministeri, poi, di ministri e, quindi, dei responsabili dei propri uffici legislativi cui rivolgersi per avere chiarimenti, informazioni, indiscrezioni. Per non parlare, poi, dei consiglieri di cui si avvalgono i tanto autorevoli sottoscrittori dei grandi accordi. Un esercito, insomma, che qualche cosa dovrebbe pure annusare, ogni tanto.

E, invece, niente! Nonostante i firmatari vengano da ben 28 paesi diversi nessuno sa mai qualcosa.

Abbiamo dovuto aspettare che “The Guardian”, avvalendosi della legge sull’accesso alla documentazione, trovasse una discreta quantità di carte dove era scritto tutto nero su bianco sull’accordo in questione.

Si vede che non c’è più la curiosità che avevano i grandi politici di una volta ai quali non piaceva poi tanto essere presi per il naso ed essere portati in giro come dei cagnolini. A meno che non lo volessero anche loro.

Se, a partire da domani, i nostri statisti smettessero di firmare ogni carta che portano loro sotto il naso, forse, ne avrebbe un grande giovamento anche una nuova immagine dell’Europa. Quella Europa, tanto necessaria, cui stiamo tutti quanti, però, portando danni, giorno dopo giorno. Assieme a quelli che già portano quotidianamente lobbisti e funzionari infedeli operativi in pianta stabile a Bruxelles per difendere non gli interessi dei cittadini,bensì quelli di altri.