Stermini di massa: la fatica di chiedere scusa di alcuni tedeschi e giapponesi

Stermini di massa: la fatica di chiedere scusa di alcuni tedeschi e giapponesi

Due notizie su altrettante reticenze. Espresse da uomini molto diversi fra di loro e provenienti da due parti tanto lontane nel mondo. Con le reticenze,  una conferma: tanti tedeschi e tanti giapponesi non riescono proprio a riconoscere i crimini contro l’umanità commessi con tanti stermini di massa nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso un “profondo rimorso” per quanto hanno fatto i militari del suo paese 70 anni fa, in Cina e nel resto del continente asiatico da loro occupato e messo crudelmente a ferro e fuoco. Il primo ministro nipponico, però, non è riuscito a chiedere scusa a chiare note neppure questa volta, così come da tanto tempo chiedono i vicini invasi a suo tempo.

Il reticente e generico dispiacere è stato espresso da Abe in occasione della sua presenza in Indonesia ad un vertice asiatico cui partecipavano molti rappresentanti dei paesi che ebbero modo di sperimentare la crudeltà di ufficiali e soldati nipponici, tra cui il leader cinese Xi Jinping.

Dopo l’intervento giudicato riduttivo di Abe, le critiche maggiori sono venute da esponenti e giornali sia cinesi, sia coreani, Loro continuano ad  invitare i giapponesi a riflettere sui  gravi crimini commessi e a chiedere, una volta per tutte, scusa.

Paradossalmente, le dichiarazioni di Abe sono giunte quasi in contemporanea alla confessione resa dinanzi ad un tribunale da quello che è conosciuto come il “contabile di Aushwitz” . Ora è chiamato, sia pure a 93 anni di età, a rispondere di aver fatto parte della macchina infernale di sterminio messa in piedi da Hitler ed Himmler, ma con la complicità di decine di migliaia di nazisti tedeschi ed europei.

Oskar Groening, questo il suo nome, è accusato di aver partecipato alla eliminazione di 300 mila dei 425 mila ebrei ungheresi trasferiti ad Aushwitz tra il maggio ed il giugno del 1944. Quei 300 mila quasi non riuscirono a scendere dai carri bestiami che finirono subito nelle camere a gas.

La confessione di questo ex SS, si è limitata, però, al riconoscimento di una responsabilità morale, non penale. Egli sostiene di essersi limitato a fare solamente il ragioniere. Contava i soldi sequestrati ai prigionieri che, chissà come, erano riusciti a portarseli dietro.

Groening ammette di avere assistito alle uccisioni di massa, di essere stato presente sulla rampa ferroviaria all’arrivo di tanti convogli provenienti da ogni parte d’Europa, di aver visto camere a gas e forni crematori. Ma lui, con gli stermini di massa, non c’entrava proprio.