Polemiche Polonia Usa su dichiarazioni capo Fbi sull’olocausto

Polemiche Polonia Usa su dichiarazioni capo Fbi sull’olocausto

Il Presidente polacco Bronislaw Komorowski non ha gradito un commento del Direttore dell’Fbi, James Comey, sull’Olocausto degli ebrei ed ha convocato l’ambasciatore statunitense per chiedere delle scuse ufficiali. La colpa di Comey è stata quella di ricordare nel corso di un’intervista al Washington Post le responsabilità che dell’Olocausto ebbero anche dei collaborazionisti che aiutarono i nazisti in Polonia, in Ungheria e in altri paesi.

La questione è evidentemente delicata in un Paese che ha visto il massacro di circa sei milioni di persone, di cui oltre la metà ebrei durante la Secondoa Guerra Mondiale, ma che ha alle spalle una lunga storia di massacri degli ebrei,i famigerati pogrom, alcuni dei quali si sospetta siano avvenuti pure nel corso dell’invasione tedesca del ’39 e nel primo periodo dell’occupazione nazista che portò proprio in Polonia alla costruzione di un impressionante numero di campi di concentramento e di sterminio.

Nel 2012 molte polemiche furono suscitate dalla realizzazione del film “Poklosie” (o Aftermath)che affrontava proprio il tema della collaborazione di alcuni polacchi con gli occupanti nazisti. La pellicola ricordava un fatto vero accaduto nel 1941, quando dei polacchi aiutarono i tedeschi a rastrellare e ad uccidere alcuni ebrei. Ebbene, nella città di Ostroleka venne bloccato la proiezione del film per le tante critiche piovute soprattutto dai settori della destra polacca che non vuole sentir parlare dell’argomento.

Il Presidente Komorowski ha comunque dichiarato alla televisione polacca che i commenti del Direttore dell’Fbi sono “un insulto a migliaia di polacchi che hanno aiutato gli ebrei”. Gli ha fatto eco anche Il primo ministro Ewa Kopacz che ha lamentato il fatto di non vedere presentata “la verità storica in modo onesto” perché la Polonia è stata “ vittima” della Seconda Guerra Mondiale e non “carnefice”.