Il Pd spaccato. La minoranza non vota. Il capogruppo Speranza getta la spugna

Il Pd spaccato. La minoranza non vota. Il capogruppo Speranza getta la spugna

L’inevitabile è accaduto. La minoranza del Pd mostra i muscoli nel Gruppo dei parlamentari democratici di Montecitorio, dove può contare su di una importante pattuglia ed ha sicuramente le armi più potenti a sua disposizione. Risponde alla fermezza di Renzi in materia di legge elettorale con la decisione di non votare e di dimostrare al Segretario del Partito e Presidente del Consiglio che c’è ancora chi sa dirgli di no.

La drammatica situazione in cui è finito il principale partito italiano è testimoniata dalle dimissioni da capogruppo dell’on, Roberto Speranza che ha detto papale papale di non farcela più a governare “questa barca”.
Non è davvero facile trovare nella storia antica e recente della Repubblica italiana una situazione simile.

E’ difficile, adesso, prevedere il futuro. Come voteranno sulla legge i dissidenti, una volta al dunque? Arrischieranno di far persino cadere il Governo? Del resto, è Renzi stessi ad incitarli involontariamente quando spiega che la vita del Governo è legata all’approvazione dell’Italicum.

Il loro atteggiamento farebbe pendere la bilancia della risposta verso il sì, così tanto difficile si è dimostrata la convivenza con Matteo Renzi. E’ chiaro che l’obiettivo è diventato uno solo: farlo cadere adesso o mai più!, nel senso di provare a disarcionare il Segretario e Presidente del Consiglio e sperare che, così accadendo, egli venga a più miti consigli.

L’alternativa vera, però, con molta più probabilità, sarebbero le elezioni politiche anticipate che potrebbero sempre essere tenute entro l’estate più piena. Mattarella lo consentirà?
Il fatto è che oggi Matteo Renzi sembrerebbe non poter più contare sulla sponda di Berlusconi e, quindi, potrebbe ritrovarsi ad essere meno forte di lo stiamo considerando tutti. Le crisi sono sempre piene di incognite.