Doccia fredda per i prodotti della Puglia. La Francia vince la guerra del batterio con l’ok della Ue

A partire dal Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, si era partiti tutti speranzosi verso Bruxelles per trovare grandi alleati nell’Unione europea per vincere la guerra portata fino all’ultimo sangue dalla Francia contro le piante pugliesi. Invece, quelli che pensavamo fossero dalla parte nostra si sono rivelati dare man forte ai nostri avversari. Siamo stati sconfitti su tutta la linea ed abbiamo scoperto che l’Europa riconosce il diritto di bloccare le merci ed i prodotti di un’altra nazione nel caso esista un “pericolo imminente”.
Il pomo della discordia si chiama Xylella, il batterio che colpisce molte specie vegetali e, soprattutto, fa seccare velocemente l’albero dell’ulivo. Con l’ulivo, però, rischiano la morte anche tante altre specie arboree come il fico, l’albicocco, l’ulivo, la pesca e compagnia cantando. In totale i francesi hanno bandito 102 specie che non potranno più, fino a nuovo ordine, essere importate oltralpe dalla Puglia.
Ebbene, per la Commissione europea ha giudicato la decisione di Parigi legittima e coerente con la legislazione europea perché ci si trova di fronte ad un “pericolo imminente” dovuto al rischio che l’infezione possa espandersi bel oltre i confini delle Puglie.
Così la questione resta tutta intera italiana e sembra davvero difficile ottenere in sede comunitaria quel sostegno su cui contavamo per esportare le piante della Puglia, una delle regioni a più vocazione agricola e vegetale, nonostante la diffusione della Xylella. In termini economici, nella regione il settore agricolo vale oltre quattro miliardi di euro e di questi le piante ornamentali si aggirano attorno a circa 200 milioni e rappresentano più dell’ 11 per cento del valore nazionale