Altra azione terroristica in Turchia. Uomo armato nella sede del partito di governo poche ore dopo la sanguinosa conclusione del sequestro di un giudice
Turchia senza pace. Un uomo armato si è introdotto, armi alla mano, nella sede di Istanbul del partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Dopo trenta minuti, però, le forze speciali sono entrate nell’edificio e lo hanno arrestato senza alcuna conseguenza.
Il fatto segue di poche ore la tragica conclusione del rapimento del giudice Mehmet Selim Kiraz che non ce l’ha fatta a sopravvivere ai colpi d’arma da fuoco che lo hanno centrato nel corso del blitz organizzato dalla polizia turca per liberarlo dai suoi sequestratori.
Ha seguito, così, il destino dei due terroristi del Liberation Party-Fronte popolare rivoluzionaria (DHKP / C) che per sette ore circa l’avevano tenuto in ostaggio pistola alla tempia nel suo ufficio.
Mehmet Selim Kiraz stava indagando sulla morte di Berkin Elvan, morto nel marzo dello scorso anno, dopo 269 giorni in coma a causa di una candelotto lacrimogeno, esploso dalla polizia, che lo aveva raggiunto alla testa nel corso delle nelle proteste di massa di inizio estate del 2013.
I sequestratori, facenti parte di un partito di sinistra fuorilegge, dopo aver fatto irruzione nell’ufficio del giudice avevano presentato un elenco di richieste in cambio del rilascio del procuratore. Volevano l’arresto dell’ufficiale di polizia responsabile della morte del giovane Elvan.
Volevano la sua confessione in televisione e che fosse sottoposto ad un processo popolare. Intanto, diffondevano le fotto che mostravano il giudice legato, imbavagliato e con una pistola alla tempia dinanzi al simbolo del DHKP / C.
Dopo oltre sei ore di sequestro, la polizia è intervenuta ed alcuni testimoni dall’esterno hanno affermato di aver udito spari ed esplosioni. E’ seguito l’annuncio ufficiale della morte dei due sequestratori e del ferimento del giudice. Poi, invece, il magistrato é morto.
Si é rivelato così inutile anche l’appello lanciato del padre del ragazzo ucciso che aveva chiesto il rilascio del magistrato.