Il Governo Renzi ottiene la fiducia al Senato con 169 si e 139 voti contrari. Quattro voti in meno rispetto a quelli di Enrico Letta. Il suo programma costerebbe di 100 miliardi di Euro

Il Governo Renzi ottiene la fiducia al Senato con 169 si e 139 voti contrari. Quattro voti in meno rispetto a quelli di Enrico Letta. Il suo programma costerebbe di 100 miliardi di Euro

Fiducia al Senato per il Governo Renzi con 169 si e 139 contrari. Il risultato del voto a mezzanotte e 43 minuti. A favore hanno votato Pd, Ncd, Scelta civica, Per l’Italia e gruppo Per le autonomie-Psi-Maie. Contrari Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Sel e Gal. Tra poche ore, alle 10 di martedì, l’appuntamento alla Camera. Il suo intervento, durato 68 minuti, il Presidente del Consiglio ha detto di chiedere la “fiducia perché pensiamo che l’Italia abbia una necessità urgente di uscire dalla crisi”. E riguardo alle riforme istituzionali, che come si sa prevedono anche l’abolizione del Senato, Renzi ha auspicato di poter essere “l’ultimo presidente del Consiglio che si trova su questi banchi a chiedere una fiducia”, aggiungendo: “Se questa sfida la perderemo, la colpa sarà mia”.

1renzifiduia1Matteo Renzi ha dunque ricevuto quattro voti in meno di quelli che il Senato espresse nei confronti dell’esecutivo di Enrico Letta. A differenza di allora, infatti, hanno votato contro i tre senatori del Gal e il senatore Maurizio Rossi dei Popolari per l’Italia. Quest’ultimo non ha inteso alcuna ragione e non ha accolto l’invito di Mario Mauro a sostenere  il Governo nonostante il gruppo centrista nato dalla spaccatura di Scelta Civica si sia sentito maltrattato al momento della formazione del Governo in cui, nonostante abbiano una più ridotta rappresentanza parlamentare sono stati privilegiati Scelta Civica e l’Udc.

Al di là del risultato finale, in realtà, i malumori sono molto estesi anche nel Pd. Civati ha parlato di un voto che, comunque, rappresenta una sfiducia e Casson ha ribadito che il suo voto a favore é stato un atto 1renzilunedi1obbligato. Ma a queste due esplicite voci di critica si sa che ne devono essere aggiunte altre di numerosi parlamentari del Pd che  tacciono in pubblico ma criticano la composizione del nuovo esecutivo molto calorosamente nel privato.

Matteo Renzi, così, al di là delle apparenze, comincia il suo cammino in falsopiano in salita. Cosa che tra le righe gli ha ricordato anche il Capogruppo Pd del Senato,Luigi Zanda, allorquando ha detto che il Governo affronterà “condizioni molto dure”.

Secondo i calcoli dalla Confartigianato, il programma economico di Renzi potrebbe costare oltre 100 miliardi. “Pagare il debito residuo della P.A – osserva Giorgio Merletti – nel 2014 vale 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa circa 34-35 miliardi”.  Altri conti arrivano da Giuliano Cazzola, esperto di previdenza,  secondo il quale i debiti della Pubblica Amministrazione residui ammontano a 45 miliardi ai quali ne andrebbero aggiunti altri 30 per l’aumento di durata dell’Aspi e 27-30 per il taglio di 10 punti del cuneo. Facili, così, molti titoli di giornale: dove si potrà trovare questa cifra?

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