Napolitano lascia a Renzi l’intera responsabilità della scelta dei ministri e ringrazia Enrico Letta. Quello che nasce non é il “Governo del Presidente”?

Napolitano lascia a Renzi l’intera responsabilità della scelta dei ministri e ringrazia Enrico Letta. Quello che nasce non é il “Governo del Presidente”?

Giorgio Napolitano ha voluto chiarire bene come è nato il Governo di Matteo Renzi. Ha dato tutta intera la responsabilità sulle indicazioni sui ministri al Presidente incaricato. Napolitano ha precisato che non c’è stato alcun braccio di ferro, ma ha fatto ampiamente capire che le tre ore circa di colloquio sono state utilizzate per rivedere alcune delle cose che gli aveva prospettato in un primo momento il giovane Presidente incaricato. Non é, quello di Renzi, un “Governo del Presidente?”.

Non a caso, Napolitano ha reso noto che mentre lui sbrigava cose di normale amministrazione alla propria scrivania, Renzi ha fatto delle telefonate per chiarire la rifinitura della lista dei ministri dopo le osservazioni e lo scambio di idee con il Presidente della Repubblica che, evidentemente ha comunque influenzato alcune scelte finali.

Colpisce comunque il fatto che tutti i nominativi a suo tempo presenti nel Governo di Enrico Letta, ed indicati come frutto della scelta del Presidente della Repubblica, non ci sono più. Compresa quella Emma Bonino che, fino a pochi minuti prima della lettura della lista ai giornalisti, era data per inamovibile.

Resta , poi, da registrare che, a differenza di quanto fatto con Enrico Letta il 27 Aprile 2013, Giorgio Napolitano non ha tenuto accanto a se Renzi nel corso dell’incontro con i giornalisti dopo la lettura della lista dei ministri. Le cose devono essere anche colte nei segni, oltre che attraverso le parole. Napolitano ha poi voluto rivolgere delle calorose parole di ringraziamento ad Enrico Letta che sono sembrate sincere.

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Un’altra casella su cui è da dare quasi certo che i due hanno discusso a lungo è quella della Giustizia. Ovviamente, alla base del problema c’è sempre la questione di Silvio Berlusconi e la soluzione trovata, quella dello spostamento al dicastero di Via Arenula di Andrea Orlando, proveniente dall’Ambiente, suona come una sorte di compromesso il cui risultato è il mancato arrivo di un personaggio come il magistrato Gratteri che avrebbe sicuramente tagliato corto su tutta una serie di questioni.

Alla lettura della lista dei ministri un ex parlamentare del Pd, che vuole restare anonimo, se ne è uscito con RomaSettimanale con una previsione maliziosa: “la nomina della Roberta Pinotti alla Difesa e della Federica Mogherini agli Esteri porterà alla liberazione dei due marò italiani  detenuti in India grazie all’impegno deli americani. Dopo di che grazie al lavoro di Letta e della Bonino sarà Renzi a diventare un eroe nazionale”. Vedremo se questa previsione, che per un verso è augurale per  Latorre e Girone, si avvererà.

G.I.