L’acquisto di Whatsapp da parte di Facebook ha scatenato grande allarme tra gli utenti. Il timore è che si sia innescato un colosalle meccanismo di “spionaggio individuale” che metta a rempentaglio la privacy di ciascuno. Nascono e si moltiplicano così le “petizioni” che invitano a lasciare entrambi i colossi dell’istant messaging migrando sulla concorrenza di Acton e Koum, considerati, chissà perché, più sicuri.
In ogni caso, la notizia dello “shopping” di dati del giovane Zuckerberg inventore di Facebook ha sconvolto il mondo della rete. L’acquisizione di WhatsApp, l’instant messaging più potente del globo con i suoi 450 milioni di utenti attivi ogni mese e un milione di nuovi iscritti ogni 24 ore, fa davvero paura. Il timore più grande è la diffusione dei dati personali.
Nel migliore dei casi il titolare del social potrà rivendere a peso d’oro i vostri dati a società di marketing e a grandi organizzazioni commerciali. Nel peggiore, chissà. Se non altro sapranno dove venirvi a trovare nel caso di loro necessità. Un fatto è certo: se avete qualche timore, non iscrivetevi. Altro che Grande Fratello, la rete è un colabrodo a vantaggio dei più intraprendenti e furbi. E così, dopo l’accordo tra i due “giganti”
Per dovere di cronaca, informiamo che anche la prima petizione italiana è già partita. E’ stata creata da Valeria Guerra su “firmiamo.it” ed è diretta al garante sulla privacy, alla polizia postale e al country manager di Facebook Italia, Luca Colombo. “Zuckerberg non ha comprato gli utenti di WhatsApp, ma le nostre rubriche telefoniche – vi si legge – e avrà quindi anche i numeri dei non iscritti”. E allora, diciamo noi? Cosa vi aspettate? Siate seri e fate buon viso a cattivo gioco. Non c’è davvero niente da fare, se non disfarsi rapidamente del numero di cellulare e richiederne uno nuovo, magari cambiando operatore telefonico. Un “palliativo”, comunque, e nient’altro.
Enrico Massidda