Scoperto da scienziati britannici un metodo genetico per la diagnosi precoce del cancro alla prostata

Scoperto da scienziati britannici un metodo genetico per la diagnosi precoce del cancro alla prostata

Gli scienziati ritengono di essere arrivati ad un passo dall’elaborazione di test genetici in grado di identificare uomini con altro rischio di sviluppare un cancro alla prostata. In questo modo si potrebbe sia avviare adeguati e mirati controlli, sia evitare trattamenti inutili.

La notizia viene dal British Journal of Cancer che ha pubblicato i risultati raggiunti dal Institute od Cancer Research of London. Il tumore alla prostata è particolarmente insidioso perché in taluni casi è lentissimo, fino al punto che un soggetto può morire naturalmente o per altre cause senza averne ricevuto alcun danno, oppure è aggressivo e micidiale.

Una diagnosi precoce, inoltre, sarebbe opportuna per evitare tutti gli effetti collaterali che il trattamento di questo tipo di cancro comportanto, in particolare per quanto riguarda l’impotenza e l’incontinenza.

La ricerca britannica si basa sul riconoscimento di 14 mutazioni genetiche che starebbero alla base dello sviluppo della malattia nei soggetti interessati. Una volta tenuti sotto controllo tali mutazione si potrebbe facilmente giungere ad una diagnosi che facci prevedere il possibile sviluppo di un tumore prostatico.

Le 14 mutazioni che predicono il cancro alla prostata più aggressivo sono state notate in otto geni, tra cui BRCA1 e BRCA2. Gli altri sono ATM, CHEK2, BRIP1, MUTYH, PALB2 e PMS2.

RomaSettRed