Renzi al via delle consultazioni. Dovrà dimostrare cosa vale e se le sue “ambizioni” sono fondate
Matteo Renzi avvia le consultazioni con i partiti a Montecitorio. E’ riuscito ad essere il Presidente incaricato più giovane della storia repubblicana. Ora deve dimostrare di poter diventare anche il Presidente del Consiglio nella pienezza delle sue funzioni e in grado di condurre il Paese fino alla fine della legislatura, come lui ha detto. Con i tempi che corrono, con tutto ciò cui abbiamo assistito anche nelle ultime settimane, Matteo Renzi è il primo a riconoscere che le cose vanno fatte per poter essere credute.
Non si tratta di diffidenza o di prevenzione. La questione è che, anche per lui, la situazione non é affatto semplice ed i problemi restano complessi. Il debito pubblico è quello che é. Le difficoltà nel trovare “comprensione” dei sacerdoti dell’austerità del Nord Europa sono note e si riproporranno anche per lui. La guida della macchina statale non è semplice e lo hanno appena sperimentato, in rapida successione, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta. Non è che si metterà a disposizione di Renzi in maniera più docile.
I partiti e le forze sociali hanno i loro obiettivi e le loro dinamiche.Non possono, certo, cambiare di colpo. L’economia italiana non solo batte il passo, ma è in recessione e nessuno può scommettere sui tempi con i quali riuscirà ad intercettare la ripresa dell’economia statunitense. Sperando,ovviamente, che poi riesca a farlo.
Matteo Renzi annuncia una riforma al mese. Così dovremmo vedere la presentazione di almeno quattro progetti di riforma da oggi all’estate. Ma quanti mesi ci vorranno perché queste riforme diventino vere leggi varate dal Parlamento? E, poi, i decreti attuativi da parte dei ministeri? Insomma, premesso che la gente non ne può più di riforme che poi si rivelano mezze cosucce, ci vuole un cambio di passo autentico e per ottenerlo è necessario governare davvero. Che é cosa diversa dal dire di governare. Non si tratta più di vedersela solamente con le correnti del Pd. Qui c’è da affrontare la complessità della politica e del tessuto economico e sociale di un paese intero
Su questa complessità il Presidente Renzi misurerà la forza del proprio progetto politico che, tutti, in verità, attendono venga finalmente presentato andando oltre la pur giusta, ma ancora generica, promessa di cambiamento. Si tratterà di un “sogno” o di un realistico, concreto ed articolato impegno di trasformazione del Paese? I sogni non accontentano più nessuno!
I problemi dei partiti e della politica italiana sono sotto gli occhi di tutti. Guai, però, a considerarli sono per gli aspetti riduttivi della lotta di potere personale tra questo e quel protagonista come troppo spesso fanno i giornali. Tutti i partiti sono portatori di interessi. Potrà non piacere, ma è così. E’ impegnativo avere a che fare con loro, ma in questo paese i pochi statisti che possiamo ricordare sono proprio quelli che hanno avuto chiaro il senso di ciò che nel proprio partito e in quello degli alleati veniva rappresentato. Soprattutto, sono considerati statisti perché, senza smarrire il loro progetto, hanno tenuto conto del progetto degli altri.
Se Renzi è davvero ambizioso, nel senso migliore del termine, deve proprio, con umiltà, partire da questo e riuscire a trovare il tempo ed il modo per individuare un progetto su cui possano ritrovarsi tutti gli uomini di buona volontà e sinceramente consapevoli degli interessi collettivi prima che dei loro personali. Per fare ciò non c’é bisogno solamente di velocità, bensì di capacità politica e di conoscenza dei meccanismi parlamentari ed istituzionali.
Giancarlo Infante