Renzi al Quirinale prima di affrontare i veri problemi che vengono dal “centro” e da Ncd. Furiosa la polemica tra Alfano e gli “inutili idioti” di Berlusconi

Matteo Renzi sale al Quirinale mentre sembra sempre più chiaro che i tempi per formare il suo primo governo non saranno così veloci come pensavano un po’ tutti. Lui per primo. Il dibattito politico si sta facendo sempre più caldo. Dentro e fuori il Pd.
Le voci di dissenso interne arrivano fino alle minacce di Pippo Civati per Renzi: rischia di trovare una pattuglia di franchi tiratori democratici al Senato, dove anche pochi voti sono determinanti. Mentre i problemi più grossi vengono dalle forze centrali e dal Nuovo Centro destra. Angelino Alfano continua a rallentare e ad allungare i tempi della crisi. Per lui è fondamentale chiarire alcuni punti basilari: i rapporti con Berlusconi, del quale resta il concorrente diretto, e, soprattutto, la vitale questione del numero dei ministri assegnati al Nuovo Centro destra.
Alfano ha avviato una violenta polemica con Silvio Berlusconi e, soprattutto, con i collaboratori del leader di Forza Italia. Siamo al limite degli insulti. Alfano non ha gradito l’epiteto di “utile idiota” della sinistra che gli è stato indirizzato da Silvio Berlusconi. Così ha risposto parlando degli “inutili idioti” di cui il capo di Forza Italia si è circondato negli ultimi anni.
E’ chiaro che parlando a Berlusconi, sia pure nel corso di un comizio e ad urne ancora aperte in Sardegna, Alfano si è rivolto anche a Renzi. Una così forte spaccatura tra Forza Italia ed il Nuovo Centro destra non aiuta neppure il prossimo Presidente incaricato perché complica il percorso sulle riforme con alla base il recente accordo tra Renzi ed il Cavaliere. Alfano sostiene con forza, anche rispondendo agli “inutili idioti” berlusconiani, che il suo partito si sta rivelando fondamentale per consentire a Renzi di varare il proprio esecutivo.
Sia pure in termini meno aggressivi, ai problemi posti da Alfano si aggiungono quelli dei Popolari per l’Italia usciti dalle consultazioni del Quirinale senza dare per scontato il loro voto. Attendono una verifica da condurre con Renzi il quale sta già sperimentando cosa significa muoversi in un Parlamento di cui lui neppure fa parte.
Renzi da Firenze ha risposto sostenendo che non si “lascerà condizionare”, ma se vuole i voti che gli servono dal centro e del Nuovo Centro destra, non può che trattare con loro. A meno che non riesca a convincere il Pd a tornare a “ballare” con quel Berlusconi che é stato il primo a mettere in crisi il “loro” Letta.
Qualcosa non torna neppure nei rapporti con la Lega. Matteo Salvini, infatti, annuncia una posizione anti europeista ad alzo zero. Lui aveva detto di voler confrontarsi con Renzi, ma é un po’ difficile che il Pd accetti di colpo di diventare anti europeista, proprio mentre si accinge ad organizzare il congresso europeo del Partito Socialista Europeo.
Intanto impazza il cosiddetto “totoministri” e sui giornali si legge di tutto ed il contrario di tutto.
Giancarlo Infante