L’ombra delle nomine di Stato dietro l’accelerazione della crisi? C’é un asse di Renzi con Berlusconi? Intanto sta già facendo il conto con i “partitini” che lo minacciano con le elezioni

L’ombra delle nomine di Stato dietro l’accelerazione della crisi? C’é un asse di Renzi con Berlusconi? Intanto sta già facendo il conto con i “partitini” che lo minacciano con le elezioni

Oramai  è ammesso apertamente da tutti. Questa crisi potrebbe essere stata accelerata per il pacchetto delle 501 nomine che devono essere fatte al più presto nelle aziende di Stato, anche se non è carino, o “political correct” chiamarle così. Un giro d’affari spaventoso. Un numero di posti consistenti. Quello che sembrava la potenziale marcia in più  di Enrico Letta potrebbe essersi trasformata nel suo “tallone d’Achille”. Qualcuno non ha voluto lasciargli gestire un cosa così importante e la improvvisa convergenza della cosiddetta “minoranza” del Pd sulle posizioni di Matteo Renzi fa riflettere.

Queste aziende, che tra le altre rispondono al nome di Eni, Enerl, Finmeccanica, hanno un  peso nazionale ed  internazionale assolutamente non indifferente. E’ questo, dicono un po’ tutti in queste ore a Montecitorio, ad aver spinto Matteo Renzi a rompere gli indugi. Fino al punto di rovesciare del tutto i suoi intendimenti dichiarati, “ma chi me lo fa fare di andare a Palazzo Chigi…”, “Enrico, tranquillo, vai avanti”, e così via, e a fare una repentina inversione di marcia.

Al punto che sui giornali esteri é in parte scomparso quel sostegno che gli é stato assicurato per mesi sostituito, invece, da molte critiche. Le stesse critiche che sembrano caratterizzare le vibrate proteste che della base del Pd stanno con insistenza salendo verso i vertici di Via del Nazareno. Non tutti capiscono il vero e proprio “ribaltone” fatto dal Pd a danno del Primo Ministro espresso dallo stesso principale partito del Centro sinistra.

Matteo Renzi , ovviamente, si rende conto della situazione e cerca di correre ai ripari facendo trapelare le sue giustificazioni e, soprattutto, il convincimento che lui in un mese sarà capace di portare tutti ad un ripensamento e a valutare con maggiore serenità l’accaduto.

mauro alfano lupi

Intanto, sta incontrando numerose difficoltà soprattutto nei confronti di quei partiti “minori”, quei “partitini” che  l’accordo fatto con Silvio Berlusconi  puntava a ridimensionare. Adesso, invece, con costoro ci deve proprio fare i conti. Già prima di avere l’incarico da Giorgio Napolitano, a partire da Angelino Alfano, questi “partitini” gli stanno già facendo sudare sette camicie. Parliamo di Nuovo Centro destra, Scelta civica di Monti e “Per l’Italia” di Mauro, Dellai e Marazziti,  il centro Democratico di Tabacci. Tutti hanno capito che, fatta la scelta di sostituire Enrico Letta, il vero problema di Renzi è quello, ora, di varare ad ogni costo il suo primo esecutivo ed  evitare le elezioni. Quello che lui sembra aver minacciato a Letta: o ti dimetti o elezioni”, si starebbe rivoltando contro di lui: o ci dai quello che vogliamo o ti impediamo di formare il Governo e andiamo immediatamente al voto.

Renzi, infatti,  si troverebbe ad affrontarle nel modo e nel momento peggiore. Soprattutto, con il rischio di dover andare al voto senza la riforma elettorale definita con Berlusconi e costretto a partecipare alla eventuale competizione con il sistema proporzionale. Ciò che é rimasto dopo i tagli apportati al cosiddetto “porcellum” dalla Corte Costituzionale. Per lui si tratterebbe di un mezzo disastro perché dietro l’angolo ci sarebbe, poi, la necessità di fare quello che prima aveva provato a fare Bersani, e cioè trattare con Beppe Grillo. Oppure, a ripetere gli stessi passi di Enrico Letta con le “larghe intese” con il Centro destra.

Così Renzi, in qualche modo, deve continuare sulla linea di Letta e provare, contemporaneamente, ad utilizzare con molta cautela la sponda che gli ha offerto Silvio Berlusconi senza che, questo, tornare in rotta di collisione con il suo Pd. In qualche modo,  deve imparare a fare il prestigiatore impedendo che qualcuno gli chieda conto della sua prestigitazione.

Dal mondo berlusconiano, in questo senso, a conferma che la confusione regna sovrana dappertutto, gli vengono aiuti, ma anche evidenti sabotaggi. Una parte della stampa arruolata o di proprietà del Cavaliere  si divertendo in queste ore a ricordare tutti gli impegni assunti dal Sindaco di Firenze poi smentiti nel giro di poche ore. “Il Giornale”, il quotidiano di famiglia, si delizia a mettere la pulce nelle orecchie dei democratici parlando di un accordo che Berlusconi e Renzi avrebbero imbastito per la sostituzione di Giorgio Napolitano, il quale ovviamente starà toccando ferro o legno, come dicono in Inghilterra.

verdini berlusconi

Poi, è svelato in maniera plateale il collegamento costante che Renzi manterrebbe con Verdini, il vero “deus ex machina” dei rapporti concreti e sostanziali tra il “mondo” di Berlusconi e quello che sta per essere  il nuovo Presidente del Consiglio.

E’ proprio vero che Matteo Renzi ha scelto all’improvviso di rischiare il tutto per tutto. Deve solo stare attento a non esagerare perché in tanti sono pronti a togliergli da sotto la rete di sicurezza senza tanto rispetto per il traguardo che si sta apprestando a tagliare. Fa parte del gioco della politica.

Giancarlo Infante