Dagli Usa un’altra conferma che potremmo ricreare un “pezzetto” di Sole sulla Terra. Energia sicura con la “fusione” nucleare

Dagli Usa un’altra conferma che potremmo ricreare un “pezzetto” di Sole sulla Terra. Energia sicura con la “fusione” nucleare

Dagli Stati Uniti giunge la notizia su di un primo passo importante in materia di fusione nucleare ottenuta con un sistema laser. Cosa del tutto diversa alla fissione nucleare su cui si basano le armi atomiche e le attuali centrali nucleari. Quelle installate in quasi tutto il mondo e responsabili di alcuni gravi incidenti tra cui i famosi casi di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima. Alcuni ricercatori statunitensi,infatti, hanno pubblicato sulla rivista “Nature” la notizia sui risultati di un esperimento condotto che mira a ricreare le condizioni esistenti nel Sole e a spianare così la strada per la costruzione di reattori a fusione nucleare che non presentano alcun rischio.

Per la prima volta, gli scienziati del “ National Ignition Facility” presso il “Lawrence Livermore National Laboratory” della California,  utilizzando 192 potenti laser indirizzati su di una minuscola quantità di combustibile radioattivo, sono riusciti ad ottenere più energia di quella utilizzata per sostenere l’operazione.

Siamo solo al primo passo. E’ la conferma, però, della validità pratica e non solo teorica di un secondo metodo di fusione nucleare possibile dopo quella basata sull’utilizzo dei campi magnetici in cui è fortemente impegnata anche l’Unione Europea da alcuni decenni. In Francia, infatti, è in via di realizzazione il progetto Iter, che segue quello Jet sviluppato negli scorsi decenni  in Gran Bretagna, ad Abingdon, nei pressi di Oxford,  e che ha visto, e vede tuttora, la partecipazione anche di importanti scienziati italiani.

L’energia da fusione può essere considerata veramente una fonte di energia alternativa, con emissioni zero di ogni genere e senza alcun rischio per gli impianti e la vita umana, oltre che per l’ambiente.

Nel caso in questione, i raggi laser vengono sparati su di una minuscola capsula d’oro contenente una miscela di isotopi di idrogeno, il trizio ed il deuterio, la cui fusione porta allo sprigionamento di temperature persino più alte di quelle che esistono all’interno del nucleo del nostro Sole.

Jet Tokamak

Il sistema utilizzato al Jet, dove agli inizi degli anni ’90 è stata dimostrata la fattibilità del progetto di fusione, e non appena sarà pronto allo Iter,  segue una diversa metodologia basata sul fatto che il nucleo delle particelle viene fuso all’interno di un “plasma” magnetico in cui sono create le condizioni esistenti sulla stella da cui dipende la nostra esistenza. L’obiettivo è quello di ottenere entro il 2050 energia elettrica da una centrale dimostrativa e dare via così in maniera definitiva alla trasformazione di tutto il sistema di produzione energetico in modo sicuro e pulito.

Sia nel caso della via seguita dal consorzio europeo, sia da quella statunitense il fatto sta che i finanziamenti sono stati spesso bloccati. Certo parliamo di cifre enormi, di miliardi e miliardi di euro o di dollari, che però sono assolutamente necessari per assicurare al futuro dell’umanità un’energia pulita e non legata all’utilizzo di fonti dalla durata limitata.

John Balcony