Letta non se ne va. “Ho fatto bene. Attenzione siamo in una cristalleria. La crisi può finire male. Pensiamo alle istituzioni”

Letta non se ne va. “Ho fatto bene. Attenzione siamo in una cristalleria. La crisi può finire male. Pensiamo alle istituzioni”

Enrico Letta non solo non se ne va, ma rilancia la sfida e chiede, lui!, a Matteo Renzi, diventato il suo vero antagonista, un’assunzione di responsabilità e di essere, come si sente lui stesso: “uomo delle istituzioni”.La polemica con il Segretario del Partito democratico e con coloro che negli ultimi giorni lo hanno dato per morto, è insistente, anche se non fa alcun nome.

Lui non si dimette. Rivendica il lavoro del suo Governo. Ricorda la terribile situazione dell’Aprile del 2013 da cui presero le mosse e trovarono giustificazione la rielezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica e l’incarico per il suo Esecutivo.

Enrico Letta, come aveva preannunciato ufficialmente, a dispetto di tutti i titoloni di giornali e delle pressioni che lo spingevano a lasciare il posto a Renzi, presenta “Impegno Italia” come continuità del  lavoro fatto da lui e dalla sua squadra di ministri e, soprattutto, come un nuovo inizio del Governo, ma nel segno della continuità.

Letta parla di “nuovo governo” che dovrà essere formato sulla base di un patto di coalizione  da riprendere e rafforzare. Letta ha detto che presenta “Impegno Italia” in queste ore perché rispettoso “delle regole e degli impegni” assunti con la nascita del suo Governo in un momento drammatico per la vita del Paese.

Rivendica per se di aver raggiunto dei risultati importanti sul piano dell’avvio del risanamento della situazione finanziaria e dei conti del Paese. Lo spread è finalmente sotto i 200 punti, il tasso d’interesse nominale è il migliore da otto anni a questa parte. Il debito scende dopo sei anni, il deficit è sotto il 3 per cento stabilmente per il terzo anno di seguito. “Tutti elementi fondamentali – ha detto Letta- per far si che le imprese ed i cittadini tocchino con mano i risultati raggiunti”, ma anche elementi,  è il suo convincimento, che finiranno per avere effetti positivi sull’economia reale e su tutti colo che “fanno economia” nelle imprese. Non è molto. E’ poco- ha ammesso- ma costituisce pur sempre il segnale di un’inversione di tendenza.

letta renzi palazzo chigi

Riferendosi a quelli che finora sono stati i cavalli di battaglia di Matteo Renzi, Enrico Letta ricorda che è stato il suo Governo a varare  la legge sulla eliminazione del finanziamento dei partiti e “lega” la riforma elettorale, la trasformazione del Senato e le modifica del Titolo V della Costituzione alla durata del suo Governo. Dunque, non é un Esecutivo a termine perché intimamente legato alla definizione del processo di riforma. Letta ha esplicitamente parlato di “lasso di tempo significativo”.

Il Presidente del Consiglio ha poi ricordato che lui non fa del continuare ad esercitare la sua carica un “fatto personale” perché si sente legato agli impegni assunti verso il Paese e, quindi, non lascia. ”Le mie prospettive personali non c’entrano niente” ha insistito facendo aleggiare un profondo senso critico con il da lui non nominato Matteo Renzi.

Al Sindaco di Firenze devono essere sicuramente risuonate le orecchie anche quando Letta ha parlato di contrarietà ai “personalismi”, di voler “giocare a carte scoperte” e quando si è riferito al fatto che le decisioni devono essere prese in Parlamento.  Lui, insomma, vuole chiarezza e vuole sapere perché Renzi voglia andare al suo posto a Palazzo Chigi. Per fare che? Con una sottolineatura importante, cosa anche questa fortemente polemica verso Renzi, il Presidente del Consiglio ha detto chiaramente che le cose i partiti le decidono attraverso i gruppi parlamentari. Loro sono gli unici usciti da un’elezione! E tutti sanno che il controllo del Segretario del Pd sui suoi gruppi alla Camera ed al Senato è molto più limitato di quanto non lo sia nel partito.

“Le dimissioni non si danno per dicerie”, ha detto Letta. Letta secondo cui “i cittadini vogliono vedere cosa succede alla luce del sole”.

Nel discorso di Letta non sono mancate anche delle notazioni personali. Tutte basate , ha detto Letta, su quello stile che ha contraddistinto il suo impegno: “tanti hanno provato a cacciarmi, ma io lavoro come se ogni giorno fosse l’ultimo”.

Con forza egli insiste sullo spirito di servizio per le istituzioni e per il Paese senza alcuna importanza per suoi eventuali ruoli e cariche da ricoprire.

curva liverpool

Per quanto riguarda il progetto “Impegno Italia”, Enrico Letta dice che potrebbe essere riassunto con lo slogan della squadra del Liverpool: “You never walk alone”,  cioè “Non camminerai da solo”. In realtà, si tratta del titolo di una canzone scritta nel 1945 degli americani Rodgers/Hammerstein per il musical  “Carousel”, ma poco toglie allo spirito cui Letta vuole riferirsi. Il progetto è caratterizzato da sei punti, tra i quali spiccano quelli dell’Europa, dell’occupazione e del lavoro, delle risorse finanziarie da reperire per ridurre il debito pubblico e sostenere la ripresa.

Domani Matteo Renzi  risponderà dalla Direzione. Alla sede del Pd si ostenta tranquillità, ma è chiaro che Letta ha raccolto e rilanciato il guanto di sfida: se Renzi vuole che me ne vada dica perché e lo dica dinanzi a tutti. Spieghi dentro il Pd e fuori perché si sostituisce il Governo che ha fatto le prime cose positive dopo anni.

La situazione non è né chiara, né semplice. Questa mattina a Montecitorio il Governo Renzi era già formato, al punto che circolava la lista dei ministri. Nessuno dava il peso adeguato ai precedenti messaggi di Letta e cioè che lui avrebbe presentato il suo “Impegno Italia”. Tutti lo davano per dimissionario. Il Presidente del Consiglio è stato chiaro: “le dimissioni non si danno per dicerie”.

Ed avverte:”E’ una crisi che va affrontata sapendo che siamo in una cristalleria”. Se ci si dimentica di ciò, ha precisato, “c’è il rischio che finisca male”.

Giancarlo Infante