Si cerca di capire gli sbocchi possibili della politica italiana in attesa del chiarimento Renzi Letta, dopo il rinvio al 20 febbraio. Intanto Renzi dice “no” al Governo con Berlusconi

Si cerca di capire gli sbocchi possibili della politica italiana in attesa del chiarimento Renzi Letta, dopo il rinvio al 20 febbraio. Intanto Renzi dice “no” al Governo con Berlusconi

C’è qualcosa che non torna. Il giorno dopo la Direzione del Pd tutto, apparentemente, è in sospeso. Sulla scia di come si è messa la discussione, il Segretario Matteo Renzi ha rinviato di due settimane  il tema emerso come centrale nelle ultime ore del dibattito nella massima assise dei democratici: quello della durata del Governo Letta.

Si, è vero, Renzi ha parlato dell’Italicum e della riforma del Senato,  ma è chiaro che all’ordine del giorno non poteva che finire la questione dell’esecutivo. Resta? Non resta? Si riequilibra? Come? E’ il momento della staffetta con Renzi?

Troppo forti sono le pressioni esterne al Pd perché si possa fare finta di niente e mantenere ferma la barra del timone. Il problema è che molte di queste pressioni rischiano di far saltare anche lo schema che il Sindaco di Firenze ha in testa da un po’ di tempo a questa parte: fare le riforme tenendo a “bagnomaria” e pungolando  il Governo di Letta. Otto mesi circa e, una volta finito il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, correre per una trionfale vittoria contro il Centro destra e Beppe Grillo e, su quella scia, avviare un’autentica nuova fase della politica italiana.

Confindustria, una parte dei sindacati e ben precisi  gruppi di pressione,  recriminano con Letta. Non sono contenti neppure dei soldi che lui ha portato dal Golfo Persico. Berlusconi fa circolare la voce che è  pronto a fare il sacrificio di tornare al Governo se solo a Palazzo Chigi ci andasse Renzi. Alcuni  del Nuovo Centro destra si dicono, anch’essi, pronti ad accettare il cambio se questo fosse il prezzo da pagare per non andare alle elezioni. Renzi, ovviamente, non crede neppure una parola di quello che sente, ma quel che sente comincia a fargli comodo. Precisa comunque che lui non farà un Governo con Berlusconi. Chiarisce ancora una volta che lui la riforma elettorale la vuole proprio per evitare che si verifichino le situazioni  che poi giustificano le “grandi intese”

Il Sindaco di Firenze nel corso del dibattito si è anche trovato a registrare le manovre  della “minoranza” interna  di sinistra che fa capire di essere pronta a sacrificare Letta se lui lasciasse  a qualcuno di loro la Segreteria. Se le cose stessero davvero così ci si troverebbe di fronte ad una situazione nuova.

renzi letta

I 15 giorni di tempo, così, dovranno servire a chiarire qual è il reale dispiegamento delle forze in campo, loro obiettivi, loro secondi fini.

Mettiamo infine sul tavolo anche gli elementi del contendere di cui si parla troppo poco in pubblico  e che, invece, stanno tenendo banco nelle stanze che contano. In particolare, il grande giro di affari e di potere che ruota attorno al rinnovo di vertici di aziende pubbliche di rilevanza strategica. Eni, Enel, Ferrovie, Finmeccanica,Poste, eccetera, eccetera.  Lo stallo che si sta determinando nella politica italiana ha già fatto si che alcuni dei vertici di queste aziende siano rimasti ai loro posti ancora qualche giorno in più e si stanno abituando all’idea di rimanere,almeno, “in prorogatio”.

Pensiamo che tutti costoro, abituati anche a fare il bello ed il cattivo tempo negli ultimi anni, se ne stiano con le mani in mano. Io non credo proprio. Più la politica non è in grado di dispiegare la propria capacità di dirigere e più quelli che dovrebbero essere solo dei meri “esecutori”, per quanto ben pagati ed in grado di gestire un potere rilevante, provano a tenersi il potere e a tenere tutti sotto schiaffo.

In questa situazione ha un ruolo importante, anche se poche volte positivo, la stampa. Quella che a volte viene chiamata “grande stampa”. Capace di ammannire anche luoghi comuni e delle vere e proprie “parole d’ordine” spacciate per analisi politiche. Secondo alcuni fogli, ad esempio, si continua a parlare di un Renzi in procinto di entrare trionfatore a Palazzo Chigi. Non si sa se registrano sue vere intenzioni o se ce lo vogliono spingere in quel benedetto palazzo. “ Altrimenti, si andrebbe a votare”, tuona qualche commentatore.

C’è,  infatti, già chi preconizza le “idi di marzo” in cui dovrebbe perdere la vita Enrico Letta addirittura prima del 20 febbraio. Si tratterebbe di un’imboscata, fortunatamente a colpi di voti e non di coltello. Sarebbe organizzata sull’Italicum, la legge elettorale che sta per essere esaminata dalla Camera. Questa imboscata, dicono questi esperti di congiure, porterebbe Renzi a mettere tutti nella condizione di mandarlo a Palazzo Chigi con il ricatto di andare alle elezioni politiche anticipate.

letta rezni

Può darsi che questo accada, ma resta una fondamentale constazione: si andrebbe a votare con la legge elettorale sopravvissuta al recente giudizio sulla legge cosiddetta “porcellum” espresso dalla Corte Costituzionale. Cioè con un  sistema proporzionale puro. Non mi sembra propri che sia quel che si attende Renzi che anche nel caso si ritrovasse ad essere il primo partito con il 33, 34 per cento che ci farebbe?.

C’è dunque qualcosa che non torna. Dobbiamo avere solo la pazienza di aspettare per vedere cosa salta fuori nei prossimi giorni.

Giancarlo Infante