Il blocco dei lavori per il raddoppio del Canale di Panama genera timori e preoccupazioni

Il blocco dei lavori per il raddoppio del Canale di Panama genera timori e preoccupazioni

Rischia di trasformarsi in un grosso thriller politico ed economico il blocco dei lavori di allargamento del Canale di Panama. In pratica un vero e proprio “raddoppio” della via d’acqua che dal 1914, l’idea era del 1879, collega l’Oceano Atlantico con il Pacifico in 81,1 Km ed è al momento in grado di far transitare navi portacontainer di portata sino a 4000 TEU (il TEU, ovvero twenty-foot equivalent unit, è l’unità di misura del container standard ISO di 20 piedi, pari a 6,096 metri di lunghezza, 2,4384 m di larghezza e 2,5908 m di altezza). A lavori ultimati, il “nuovo canale” permetterà il transito di navi ben più grandi, con carichi fino a 14.000 TEU.

Il caso internazionale era esploso a Capodanno quando il consorzio europeo Gupc aveva minacciato il blocco dei lavori. Del Gupc (Grupo Unidos por el Canal) fanno parte al 48 per cento l’azienda iberica Sacyr, al 38 per cento l’italiana Salini – Impregilo, più le imprese belga, Jan de Nul, e panamense ,Cusa, entrambe con quote minori. Il nodo alla base dell’interruzione delle trattative era rappresentato dalla richiesta di 1.6 miliardi di euro per lavori aggiuntivi che avevano fatto lievitare il costo dell’opera.

1canale3Secondo il gruppo europeo, tali costi dovevano venire sostenuti dal committente, vale a dire il governo di Panama. A quella richiesta il piccolo stato centroamericano aveva risposto picche, minacciando di affidare i lavori a un’altra impresa, l’americana Bechtel. Ipotesi questa ritenuta più difficile, in quanto il termine dei lavori potrebbe slittare di due o tre anni: un tempo che farebbe ritardare, per il governo panamense, l’incasso previsto di 2 miliardi di pedaggio l’anno destinati a diventare 6 quando l’opera girerà a pieno regime.

Un vero e proprio pasticcio visto che il presidente di Panama, Ricardo Martinelli vorrebbe coinvolgere l’Europa e i governi spagnolo e Italiano nella composizione della vertenza.
Panama, infatti, è sotto elezioni presidenziali che si svolgeranno in maggio e uno stop all’allargamento del canale potrebbe essere contro producente. Martinelli, non essendo più ricandidabile, vorrebbe fare in modo da portare alla Presidenza un membro della famiglia. Il Presidente, poi, avrebbe in animo di compiere un viaggio in Europa a breve per sollecitare l’impegno dei governi italiano e spagnolo a spingere per la ripresa dei lavori. Non è un mistero per nessuno che la Repubblica centro americana abbia l’estrema necessità di completare il raddoppio del canale nei tempi previsti.

Enrico Barone