Renzi “manovra ” le truppe a sinistra. Turbolenza anche a destra dove i “lealisti” temono il ritorno di tanti “figliol prodigo”

Renzi “manovra ” le truppe a sinistra. Turbolenza anche a destra dove i “lealisti” temono il ritorno di tanti “figliol prodigo”

“S’ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo: d’ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren”. Mai come in questa occasione,  l’avvio del Conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni può essere ricordato per raffigurare l’attuale fase della politica italiana.

Matteo Renzi risponde agli squilli di Silvio Berlusconi, sempre scegliendo l’intervista da prima pagina. Il Segretario del Pd insiste sulla sua linea, ma in effetti comincia, anche lui, a fare un’inversione di marcia, così come il giorno prima aveva fatto il suo principale interlocutore. Anche lui manovra cavalleria e fanti sul terreno.

Renzi,  continua con la  polemica con i partiti minori. Dà l’impressione, però, di rendersi conto che lo sbocco della legge elettorale disegnata con Berlusconi rischia di favorire solo quest’ultimo e, allora, anche il Sindaco di Firenze torna a parlare di “ alleanze” da mettere in piedi. Guardando più a sinistra di prima e strizzando l’occhietto al Vendola del Sel.

Gli viene, infatti, chiesto se alle urne si presenterà da solo o con un’alleanza?  Renzi risponde:”È chiaro, con un’alleanza. Ma adesso siamo un passo indietro. C’è un accordo siglato da forze politiche diverse. Non accadeva dal 1993, ossia dalla fine della Prima Repubblica. Da quel momento le riforme le hanno fatte tutti a maggioranza. Riguarda anche il Senato e il Titolo V. Il dibattito non può essere allora come ci si presenterà alle elezioni. Anche se è evidente che faremo un’alleanza con forze di centro e di sinistra. Il punto però è impedire il potere di ricatto dei piccoli partiti”.

Il Segretario del Pd ripete il concetto del ricatto dei “minori” che vuole superare ma rivela chiaramente di essere in procinto di effettuare  un’inversione di rotta per rispondere all’evidente impegno di Berlusconi di mettere in piedi l’ennesima coalizione capace di battere il centro Sinistra. Né più né meno come accadde nel 2008 quando anche Veltroni si illuse di riuscire a battere il Cavaliere da solo con i suoi, abbandonando al loro destino tutti gli altri del Centro sinistra. Vendola compreso che allora stava con Bertinotti.

renzi discorso 1

Renzi dice anche che il Governo Letta può durare fino al 2018 e si schernisce sul fatto che possa essere lui a sostituirlo a Palazzo Chigi. E’ chiaro,però, e chiedo scusa per il ripetermi, che “d’ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren”.  Insomma non andremo, forse, subito allo scioglimento delle camere per votare con le europee nel prossimo Maggio, ma è chiaro che siamo entrati in una lunga campagna elettorale destinata a durare non si sa per quanto.

Le novità, però, stanno creando molta turbolenza in entrambi gli schieramenti.  Vendola comincia ad alzare il prezzo ed avverte Renzi che non deve dare per scontato la disponibilità del Sel a far parte di una stessa cordata elettorale. E’ vero che Renzi ha detto di riferirsi ai votanti più che ai capi partito, ma si sa: la sinistra, ormai, quasi coincide con il mondo dell’apparato e con le  realtà sociali intimamente legate con i partiti che la compongono. Insomma quel tre, quattro per cento che costituisce un cosiddetto “zoccolo duro” difficilmente è permeabile se non c’è un accodo con Vendola e gli altri sopravvissuti al “suicidio” dei tempi di Bertinotti.

Gli squilli di tromba degli ultimi giorni, però, stanno creando agitazione anche nel campo di Berlusconi. I famosi ”lealisti”, capitanati da Raffaele Fitto, già hanno detto a muso duro che non hanno affatto gradito la nomina a luogotenente di quel Toti Giovanni che a mala pena accettavano nei dibattiti tv quale Direttore di una delle reti Fininvest. Adesso che è arrivata la notizia dell’arrivo del “figliol prodigo” PierFerdinando Casini proprio si scatenano, al grido: non lo vogliamo.

Berlusconi, invece, come il padre della parabola evangelica è pronto a sacrificargli il vitello migliore. I “lealisti”, cui si è aggiunta Daniela Santanché, infatti temono che dopo il primo, torni un secondo “figliol prodigo”. Quell’Angelino Alfano con cui sono appena giunti ai ferri corti e che  stanno ancora continuando ad insultare.

Giancarlo Infante