Antonio Mastrapasqua costretto alle dimissioni. Era esploso anche lo scandalo della sua condanna per esami universitari truccati
Alla fine Antonio Mastrapasqua ha dovuto rassegnare le dimissioni dalla carica di Presidente dell’Inps. E’ stata l’inevitabile conseguenza del discorso del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, il quale aveva fatto capire chiaramente che non lo voleva più alla guida dell’istituto di previdenza. Mastrapasqua, abituato da tempo a fare l’uomo di potere che sa di poter contare su formidabili appoggi, nel frattempo, aveva provato a far finta di nulla e a far sapere di non avere alcuna intenzione di prendere atto della situazione e di uscire, così, dalla scena evitando guai peggiori.
Su Mastrapasqua, però, si era scatenata una seconda bufera. Qualcuno infatti era andato a rivangare alcuni articoli di giornale risalenti agli anni ’80 allorquando egli venne condannato per aver falsificato il proprio libretto universitario e si attribuì il superamento di esami che non aveva neppure dato. Per ora è stato ricordato solo il suo nome. Eppure non è l’unico personaggio , oggi in auge, ad essere incappato in quell’incidente di percorso alla Sapienza di Roma.
Non a caso, in compagnia di circa altri 20 imputati della cosiddetta “Roma bene”, il 21 giugno 1989, Mastrapasqua fu condannato a due anni e dieci mesi per falsità ideologica, falso materiale e corruzione. Adesso sostiene che nel corso del processo rifece gli esami e che, così , alla fine “non successe niente” e si é dovuto laureare due volte. Una difesa sembrata subito un po’ debole.
Sembra chiudersi così una delle carriere più portentose cui mai ha fatto assistere un cosiddetto “boiardo di Stato” capace di accentare nelle sue mani, ed in quelle della consorte, anch’essa presente in decine di consigli di amministrazione, un notevole carico di prebende e di responsabilità potere. Sempre fatto, però all’ombra di potentati non nuovi a favorire ascese e gestioni della cosa pubblica tutto sommato in maniere abbastanza discutibili. Sarebbe forse l’ora di occuparsi anche di loro.
Riccardo Marini