Italia più povera? I politici pensano solo al rimpasto mentre la Banca d’Italia lancia un allarme: ora gli italiani rinunciano anche ai generi alimentari

Italia più povera? I politici pensano solo al rimpasto mentre la Banca d’Italia lancia un allarme: ora gli italiani rinunciano anche ai generi alimentari

Immagino che tutti oggi abbiano letto i giornali, sentito la radio, vista la televisione. Tutti si saranno accorti che l’informazione sui media era concentrata su un unico argomento, le dimissioni del ministro De Girolamo e la probabilità che l’uscita della ministra sia solo l’inizio di uno smottamento del governo Letta che potrebbe sfociare, nel migliore dei casi, in un complicatissimo rimpasto.

Possibile che ci volesse l’allarme della Banca d’Italia affinché il tema della povertà, che sta sommergendo come una polvere venefica buona parte della popolazione, occupasse uno spazio nella comunicazione che ogni giorno viene offerta agli italiani? Possibile che i media, senza i numeri di via nazionale non abbiano avuto sentore prima di oggi dell’ inesorabile declino del Paese?

1a9253 italiaChe le famiglie fossero ormai in una situazione in cui anche la spesa per il cibo debba subire tagli vistosi è da tempo sotto gli occhi di chiunque volesse affrontare la realtà. “L’indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie non fa altro che confermare, in ritardo, la situazione di vero e proprio allarme che denunciamo da tempo”, è stata la prima reazione di Federconsumatori e Adusbef, che hanno aggiunto: “solo nel 2013, una famiglia composta da 3 persone ha ridotto mediamente la propria spesa alimentare di 309 euro annui, oltre metà di quanto tale famiglia spende per l`alimentazione in un mese”.

A fronte di questo quadro che sta assumendo le dimensioni di un disastro sociale, cosa hanno fatto l’informazione, la classe politica, il governo? Nell’ultima settimana hanno impiegato tutte le proprie energie ad indovinare chi sarà il prossimo ministro ad essere sacrificato, dopo la De Girolamo, sull’altare del 1a9255 italiarimpastino invocato per evitare un ben più pericoloso rimpastone o “Letta bis”. Di fronte a questa miopia delle forze di maggioranza come non aspettarsi una ben altra consapevolezza da parte delle opposizioni?

Vediamo di che cosa si sono occupate, nelle ultime 24 ore, le varie componenti che si oppongono al governo. Gli uomini di Grillo in questi giorni non hanno occhi che per la legge elettorale ed infatti, dopo avere sudato sette camice per elaborare 60 emendamenti (30 per la Camera e 30 per il Senato) oggi li hanno presentati con malcelata soddisfazione.

Ma non è finita qui: dai pentastellati non poteva mancare il solito spettacolo ad uso delle telecamere esibito fra i banchi di Montecitorio: un deputato grillino si è cucito sotto la giacca uno slogan contro la privatizzazione della Banca d’Italia: “Si tolga quell’indumento”, gli ha intimato la Presidente, Laura Boldrini: “Non posso spogliarmi”, la replica del grillino. Insomma un bel dibattito sulle povertà degli italiani.

1a95011 brunettaRenato Brunetta, nel “mattinale” di Forza Italia si è dedicato invece a sfottere Angelino Alfano che chiede uno sbarramento limitato al 4 per cento nei confronti di chi vuole entrare senza alleanze in Parlamento. “Pensa alla grande”, ha ironizzato Brunetta. Possiamo immaginare con quale interesse le famiglie italiane avranno seguito questo scontro a distanza fra Berlusconiani fedeli ed ex Berlusconiani.

Ma la perla del giorno è arrivata in serata dal vice ministro alle infrastrutture, Vincenzo De Luca, che nonostante la legge glielo impedisca, vuole mantenere anche la poltrona di sindaco di Salerno: “In tutta questa vicenda lo scandalo vero, di cui non parla nessuno, è questo – sostiene convinto per avvalorare la validità della sua protesta – e da dieci mesi un viceministro della Repubblica, cioè io, non riceve l’incarico di lavoro come prevede la legge 81, che stabilisce le competenze del viceministro. Io rimango al governo perché ho un incarico politico, ma sono ancora in attesa di conoscere quando si decideranno a rispettare la legge”.

E la spesa degli italiani? Per questi politici è solo una questione di noiosi numeri, una competenza della Banca d’Italia che, si spera, quando sarà privatizzata, la smetterà di disturbare il colorito dibattito parlamentare su legge elettorale e rimpasto.

Claudio Pavoni