Interim di Letta al posto della De Girolamo. Inizia lo scontro sulla Legge elettorale. Il centro prova a mettere in difficoltà l’accordo Renzi Berlusconi e solleva il punto della ineleggibilità.

Interim di Letta al posto della De Girolamo. Inizia lo scontro sulla Legge elettorale. Il centro prova a mettere in difficoltà l’accordo Renzi Berlusconi e solleva il punto della ineleggibilità.

Enrico Letta ha assunto l’interim del Ministero delle Politiche agricole dopo le irrevocabili dimissioni di Nunzia De Girolamo che, lo ha detto proprio il Vicepremier e Ministro dell’Interno, non ha voluto ascoltare gli appelli di Angelino Alfano. Sembra che la ex ministra non abbia voluto soddisfare  neppure quelli del marito democratico, Francesco Boccia,  affinché rimanesse al proprio posto. Adesso si rincorrono le voci che la parlamentare beneventana si appresti a tornare in Forza Italia.

Con la scelta dell’interim, che non sappiamo ancora quanto sarà momentanea, Enrico Letta opta per una linea di prudente attesa. Avrebbe potuto affidare l’incarico ad un altro esponente di Nuovo centro destra, ma la cosa avrebbe  perpetuato una oggettiva mancanza di equilibrio in base al quale al neonato partito di Alfano, con solo una trentina di parlamentari, sono stati dati ben cinque ministeri, tutti importanti sul piano della spesa  o di peso per quanto riguarda la caratura politica.

Il rinvio della decisione, così, può circoscrivere recriminazioni e diatribe su di un punto che avrebbe potuto portare ulteriori effetti negativi sui delicati equilibri che si stanno definendo in Parlamento e tra i partiti. E’ chiaro che la partita principale si gioca sulla legge elettorale la quale inizia il suo delicato iter proprio in queste ore in Commissione Affari costituzionali della Camera.

Sarà l’occasione per vedere a cosa sono servite le dure precisazioni di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi sul fatto che l’accordo da loro raggiunto deve essere completamente rispettato  se non si vuole sciogliere il Parlamento anticipatamente.

In realtà, sembra certo che Reni sia disponibile ad abbassare al 4 per cento la soglia minimo di sbarramento per non inimicarsi del tutto i partiti minori e, contemporaneamente, ad elevare al 38 per cento la soglia massima per evitare che il Centro destra possa raggiungere la quota più bassa del 35, prevista in un primo momento, come sembrerebbe essere in grado di fare oggi secondo i sondaggi se si andasse al voto.

Berlusconi-e-Renzi

Per le preferenze sia Renzi, sia Berlusconi non vogliono sentire ragioni, ma dai gruppi del centro si risponde con la minaccia di introdurre delle norme più severe in materia di incompatibilità ed ineleggibilità. Una questione al di fuori dell’accordo raggiunto tra i due leader che forse non ci avevano pensato e che potrebbe porre non pochi problemi a Silvio Berlusconi e, indirettamente, alla sua intesa con il Segretario del Pd.

Da quanto apprende RomaSettimanale, infatti, il gruppo di “Per l’Italia” avrebbe presentato il seguente emendamento all’articolo 7 del decreto del Presidente della  Repubblica n. 361 del 1957, prevedendo che non siano eleggibili i “titolari di una partecipazione di controllo del capitale sociale di una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o di una impresa che controlla una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o colui che in proprio esercita una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici. Non sono eleggibili i titolari di una partecipazione rilevante ai sensi dell’art. 120 del decreto legislativo 58 del 1998 in una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici o di una impresa che controlla una impresa concessionaria di beni o di servizi pubblici. Ai fini della disposizione di cui al presente comma è equiparata alla titolarità diretta la titolarità indiretta o la titolarità attribuita ad una società fiduciaria o ad un trust nonché il diritto di acquistare, a qualsiasi titolo, la titolarità anche tramite uno strumento finanziario, tipico o atipico, che incorpori o comunque attribuisca la titolarità della partecipazione o il diritto di acquistare la partecipazione”.

mauro

Per evitare, poi, che si gridi alla retroattività del provvedimento, l’emendamento, a firma dell’intero gruppo che nel Governo fa riferimento al Ministro Mario Mauro, e cioè Gitti, Dellai,  Cesa,  Schirò, Fauttilli, De Mita, Caruso, Rossi, Piepoli, Fitzgerald Nissoli, Gigli, Santerini, Binetti, Sberna, Marazziti, prevede anche  che, dalla data di entrata in vigore della disposizione , “se le situazioni giuridiche non sussistono al momento dell’elezione, ma sopravvengono, opera la immediata incompatibilità e la decadenza dall’ufficio”.

Insomma è chiaro che l’ineleggibilità riguarda in primo luogo Silvio Berlusconi. Ognuno usa le armi che ha, visto che in amore ed in materia…di legge elettorale tutto vale.

Giancarlo Infante