Tutti avranno notato che in Italia c’è gente, ma non gente qualsiasi, che fa la guardia tutto il giorno su agenzie di stampa e computer per controllare se per caso esca una buona notizia sull’Italia o su qualche italiano. Poi quando questo succede, e purtroppo succede sempre più raramente, quel qualcuno di cui stiamo parlando la prima cosa che fa imbraccia la doppietta e comincia a sparare a pallettoni sulla buona novella, se non altro per guastare la festa.
Ora credo che nessuno abbia dubbi che in queste ore, fra tante conferme non proprio rosee, sull’Italia abbiano veleggiato due riconoscimenti provenienti dagli Stati Uniti che hanno aperto uno spiraglio di ottimismo su due settori portanti dell’industria e dell’economia italiana, quello dell’auto e quello del made in Italy culturale.
Quale è l’altra buona notizia accolta dai soliti noti con il bazooka? La vittoria ai Golden Globes di Los Angeles del film di Sorrentino, “La grande bellezza”. Sapete che ha detto Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia di questo successo italiano che non si verificava da 25 anni? Esattamente quello che disse Giulio Andreotti, negli anni cinquanta, per bocciare il capolavoro di De Sica,
Rampelli evidentemente ha nostalgia di quei film degli anni trenta e quaranta chiamati “dei telefoni bianchi” dove la gente poteva godersi al cinema signore avvolte in volpi argentate ed eleganti signori in smoking. Intanto fuori, nella vita reale, venivano cacciati dalle scuole allievi e insegnanti ebrei. Poi vennero anche i lager e i forni, ma i telefoni bianchi, rimpianti da Rampelli, continuarono lo stesso a squillare come se niente fosse.
Maurizio Landini della Fiom e Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sono assisi su rive opposte, ma li unisce evidentemente lo stesso obiettivo: fare terra bruciata di tutto ciò che può avere un segno di riscatto, anche labile, di questo Paese. Riscatto da che cosa? Dai danni, non solo economici, ma anche culturali, provocati da loro stessi o lasciati in eredità dai loro predecessori.
Claudio Pavoni