“È tutta colpa delle madri”. Opera teatrale di sole donne patrocinata da Amnesty presentata in anteprima a Roma

“È tutta colpa delle madri”. Opera teatrale di sole donne patrocinata da Amnesty presentata in anteprima a Roma

“Una donna ha abbandonato le sue figlie”. Ma quando muore una madre non si piange, si lotta.
È tutta colpa delle madri è il nuovo spettacolo del collettivo artistico Industria Indipendente, presentato in anteprima nazionale al Teatro Valle Occupato di Roma, sabato 11 e domenica 12 gennaio. Le registe Erika Z. Galli e Martina Ruggeri, con un lavoro patrocinato da Amnesty International, offrono allo spettatore un palcoscenico di sole donne.

E’ una rivoluzione al femminile fuori dal tempo quella che prende forma sulla scena, macchiata di rosso e di nero, stordita da luci e suoni, sfamata da parole e ricordi. Tre figlie hanno perso la loro madre e nel convulso tentativo di ritrovarla dipanano il filo della memoria, per afferrare l’immagine della donna-dea che le ha generate.

Il nero del lutto diventa quello delle note, che escono dal pianoforte sul palco componendo una musica di lamento e di richiamo, fatta di forza e di fragilità, che si rivolge alla madre lontana come un canto di guerra, quella che sono pronte ad affrontare in suo nome. Tre figlie si incontrano e si scontrano, a volte agendo all’unisono, altre volte raccontandosi come solo una guerriera solitaria farebbe, ognuna con il proprio rapporto con l’origine, con i propri frammenti da ricostruire.

1a1731“Chiudi gli occhi e respira” diceva la madre. E loro lo fanno, per gridare con sdegno la rivolta “contro la menzogna dell’uomo potente” e raggiungere i paesaggi dell’est dei racconti materni. “Sporche, superbe, invincibili” sono pronte a “inchiodare il mondo” e “infuocare le leggi” come le suffragette, come le Femen, come le Pussy Riot.

In un vestito rosso che domina la scena, l’apparizione della madre (interpretata da Regina Orioli) divampa poi in un monologo visionario senza tregua, che dà voce a guerriere con labbra rosse e seno scoperto e racconta il destino di sorelle con la penna stretta nel pugno, pronte a colpire con le parole, come le amazzoni con le frecce.

È tutta colpa delle madri coniuga abilmente una drammaturgia di sicuro impatto con un uso simbolico di suono e luci. Saga epica sul tema dell’emancipazione femminile, lo spettacolo innesca domande e chiede, a gran voce, risposte.

Isadora Casadonte