Situazione delicata: Nunzia De Girolamo sulla graticola rischia il posto di ministro ma è difesa con forza da Alfano e dall’intero Nuovo Centro Destra. Rimpasto sempre più probabile e non è escluso un “Letta 2”

Situazione delicata: Nunzia De Girolamo sulla graticola rischia il posto di ministro ma è difesa con forza da Alfano e dall’intero Nuovo Centro Destra. Rimpasto sempre più probabile e non è escluso un “Letta 2”

Il caso del ministro Nunzia De Girolamo ha messo in serio imbarazzo il Pd e il rimpasto sembra proprio essere più vicino. Già, perché al di là dell’assai grave “scivolone”, la ministra delle Politiche Agricole già del popolo della Libertà e ora del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano è oltretutto la moglie del deputato Pd Francesco Boccia, molto vicino al Premier Enrico Letta.

Ma la De Girolamo è decisissima a dare battaglia e lo stesso Alfano e l’intero Ncc si schierano in forze a sua difesa. “Sono più che disponibile – si legge in un comunicato della titolare delle Politiche agricole – a chiarire al più presto in Parlamento gli aspetti di questa sconcertante vicenda che mi vede sottoposta a un linciaggio mediatico senza precedenti pur non essendo io coinvolta nell’indagine. Ribadisco di essere vittima di registrazioni abusive in casa mia da parte di chi è stato sottoposto a misura cautelare dalla magistratura per presunti reati commessi nell’Asl di Benevento e di testimonianze raccolte dai giornali da parte di personaggi già noti alle forze dell’ordine e ai giudici”.

1a152“Constato con amarezza – prosegue la nota della ministra – che la scala dei valori viene sovvertita e chi è accusato di aver violato la legge viene ritenuto più credibile di chi invece la legge l’ha rispettata. Con la fermezza e la determinazione di chi è più che sicura di non aver commesso nulla di irregolare e di illecito sono pronta a fornire ai colleghi parlamentari tutte le informazioni reali rispetto alle ricostruzioni distorte apparse in queste ore di accanimento. Il mio mandato ministeriale è, sin dal primo giorno del mio insediamento, nelle mani del presidente del consiglio, ma sono pronta a difendere con tutte le forze che ho in corpo la mia dignità e la mia onestà”.

Mentre veniva diffusa la “nota”, sia Angelino Alfano che Maurizio Lupi si schieravano con forza in sua difesa: “Nunzia De Girolamo è stata abusivamente e illecitamente intercettata – scrive il vicepremier – è una barbarie che poi si faccia mercimonio di quelle intercettazioni, anzi di quelle frasi rubate in un 1a200 alfanodomicilio privato. E’ una deriva che va fermata”. E Maurizio Lupi: “Non sarà una campagna di stampa fondata su una registrazione abusiva di un indagato, in cui non c’è traccia alcuna di reato, a deprimerci e farci venire meno dal nostro impegno. Forza Nunzia”.

Nunzia De Girolamo rischia comunque, se non altro, la poltrona di ministro. L’esplosione del caso delle intercettazioni telefoniche risalenti al 2012 che la vedono protagonista, allora responsabile del Pdl per la sanità nei territori della zona di Benevento, di colloqui che dimostrano una “discutile” quanto spregiudicata gestione della Asl appunto di Benevento per la nomina di direnti, consulenze e appalti anche per l’affidamento della conduzione di un bar proprio all’interno proprio all’interno dell’ospedale Fatebenefratelli della città, nonostanta la difesa a spada tratta de big del suo partito l’ha messa inevitabilmente in una situazione molto difficile.

1a165 lettaLa strada sembra ormai segnata e il “rimpasto” della compagine ministeriale dovrebbe essere ormai questione al massimo di un paio di settimane. Al ritorno dal Messico dove si trova in “missione”, il capo del governo dovrà prendere importanti quanto rapide decisioni. C’è il segretario Matteo Renzi che preme, ma anche atri dei cosiddetti “alleati minori” non se ne stanno certi con le mani in mano. Il rimpasto, in queste condizioni, è questione assai delicata che Enrico Letta ha sempre cercato di evitare, ma che non sembra davvero più rinviabile. Con lo stesso Pd che chiede che Nunzia De Girolamo fornisca esaurienti spiegazioni al Parlamento per chiarire il suo effettivo ruolo nella vicenda Asl di Benevento.

Il caso De Girolamo, che non risulta almeno al momento “indagata” e che ieri ha pubblicamente ammesso di “aver sbagliato” precisando di aver pronunciato al telefono “espressioni poco eleganti, anche se le ho 1a150 nunziausate in casa mia e sono state registrate abusivamente e illegalmente”. ha così impresso una decisa accelerata alla questione “cambio dei ministri”, aggiungendo il suo nome a un elenco di personaggi “in bilico” già da tempo, come, primi fra tutti, i ministri Cancellieri e Saccomanni continuamente nel mirino dei cecchini.

Il pretesto, come sempre, lo forniscono i grillini, scottati ma ormai forti dell’esperienza subita ne caso Cancellieri dove la loro mozione di sfiducia al ministro dela Giustizia per la vicenda Giulia Ligresti si risolse con un flop. Ora il Movimento 5 Stelle ha cambiato tattica, insistendo sulla richiesta di una seduta parlamentare. “Venire a riferire in aula sarebbe il minimo”, sostiene Luigi Di Maio, il vicepresidente M5S della Camera. Ora, il Movimento di Beppe Grillo si limita a chiedere che la De Girolamo riferisca a Camera e Senato sul caso Asl di Benevento.

1a154Una richiesta trova il favore anche ameno nella componente renziano del Pd. “Il ministro De Girolamo deve chiarire in Parlamento e poi si valuterà il suo comportamento”, giunge, infatti, conferma dalla sede di via dal Nazareno.

Nunzia De Girolamo, secondo voci che circolano, potrebbe essere sostituita alla guida del dicastero delle Politiche agricole da Bruno Tabacci. La sostituzione dovrebbe toccare poi al titolare dello Svilupp economico, Flavio Zanonato, a quello del Welfare, Enrico Giovannini, reo di severa critica alla Jobs Acts tanto cara a Renzi. A succedere a Giovannini sarebbe pronto nientedimeno che l’ex segretario-traghettatore del Pd, Guglielmo Epifani. E “a rischio”, come si sa, anche i nomi “eccellenti” Cancellieri e Saccomanni. Quest’ultimo, si mormora, potrebbe lasciare il posto addirittura a Mario Monti, che ha però subito smentito l’ipotesi, mentre Cecile Kyenge porrebbe essere dirottata, senza rompo clamore, al Parlamento europeo. Un’operazione, in ogni caso, decisamente complessa e delicata per Enrico Letta, che con possibilità non esclusa di dimissioni e di reincarico per un “Letta 2”.

Enrico Massidda