Un elicottere cinese raggiunge la nave russa Akademic Shokalskiy bloccata da Natale in Antartide con 74 persone a bordo, 52 passeggeri e 22 membri dell’equipaggio. Comincia così, con ripetuti trasbordi, il “salvataggio” della maggior parte delle persone a bordo. Gram parte dell’equipaggio, in ogni caso, rimarrà sul rompighiaccio russo. Non esiste, infatti, alcun pericolo di perdita della nave. Entro poco tempo, il rompighiaccio sarà nuovamente in grado di riprendere il mare. L’estate australe, di fatto, è appena cominciata e la spessa lastra di ghiaccio che impedisce la navigazione è destinata in breve ad assottigliarsi e a rompersi sotto i raggi del sole leggermente più caldo che in questo periodo dell’anno riscalda il Continente.
Questa volta, grazie alla tecnologia e alla possibilità di trasmettere senza troppe difficoltà foto e filmati, è stata innescata una gigantesca operazione mediatica che ha prodotto, tra l’altro, un buon business nella compravendita delle immagini da parte di tutte le maggiori emittenti televisive e giornali del mondo. “Drammatizzazioni” mediatiche favorite dall’ignoranza, ce ne scusino i colleghi, della maggior parte dei dei
Le unità di “soccorso”, il rompighiaccio cinese Snow Dragon prima e l’australiana Aurora Australis poi, sono a poche miglia dalla Akademic Shokalskiy, addirittura visibile in lontananza. La testimonianza resa per telefono da un ricercatore taliano del Cnr, Giulio Esposito, che si trova appunto a bordo del rompighiaccio australiano nel suo viaggio di ritorno ad Hobart, nell’isola di Tasmania, dopo aver completato la sua missione in Antartide alla base italo-francese Concordia, aveva nei giorni scorsi raccontato: “Siamo a meno di 2-3 miglia dalla nave cinese Snow Dragon e in lontananza riusciamo a vedere anche la Akademic Shokalskiy, che dovrebbe trovarsi a circa 10 miglia da noi.
Enrico Massidda