Renoir a Torino per “incontrare” la Francia. Quella “moderna” di fine ‘800

Renoir a Torino per “incontrare” la Francia. Quella “moderna” di fine ‘800

Il Museo parigino di Orsay si è trasferito per cinque mesi a Torino. E’ questa la conclusione della manifestazione  “Torino incontra la Francia”. Un’occasione unica per far conoscere agli italiani un importante scorcio di quanto é rappresentato dalla pittura impressionista nel mondo e per dare il via ad un collaborazione culturale transnazionale.

Le cifre di questa mostra sono abbastanza esplicative in proposito. Oltre settantamila le persone che hanno fatto la fila per ammirare le opere di Pierre August Renoir. Un successo che nei prossimi tre mesi circa, la mostra chiuderà i battenti il prossimo 23 febbraio, rischia di eguaglire, se non di superare, quello fatto registrare dall’esposizione di Francois Degas che si fermò a 170 mila presenze.

La mostra che vede Renoir protagonista rappresenta anche il primo grande accordo fra due grandi musei ed apre  un percorso che la Galleria d’Arte moderna di Torino ed il Musèe d’Orsay di Parigi hanno deciso di avviare assieme nell’ottica di una maggiore cooperazione fra i musei  del vecchio Continente.

Una mostra che riporta Torino a rivivere i vecchi fasti della Capitale d’Italia.Una capitale ricca di episodi  storico culturali che la pongono a pieno titolo tra le città  al centro della cultura dell’Europa.  Una rassegna quella Torinese che si articola in nove sezioni attraverso un percorso che si snoda nel tempo e  fa rendere  davvero conto dell’evoluzione della vita artistica dell’autore il quale, nella sua carriera, ha prodotto oltre cinquemila dipinti. Renoir, la cui vita terrena ed artistica si è sviluppata a cavallo negli anni a cavallo tra  il xix e il xx secolo, è riuscito ad evidenziare  una grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica.

I paesaggi di Renoir rappresentano i pezzi più  belli delle opere esposte. Dipinti che ripercorrono le tappe salienti a partire dai viaggi compiuti dall’Autore in Algeria, nel 1881. Pregevoli sono i paesaggi nordafricani nei quali si  ammirano palme baciate da sole, giardini privati e  orti dal sapore esotico

Vi sono, poi, altre tele nelle quali si riesce ad avvertire la grande attrazione di Renoir verso l’acqua, il verde e i giardini.

renoi a torino 2

Uno spaccato della società moderna e dei nuovi divertimenti dei parigini alla fine del 1800 lo si coglie nei cinque dipinti dai quali il grande scrittore Emile Zola, che s’incontrava con Renoir nel salotto Madame Charpentier,  moglie del suo editore, trasse ispirazione per un brano del suo romanzo “Una pagina d’amore”, ambientato in un giardino primaverile.

Nella mostra sono esposti anche gli strumenti di lavoro dell’artista, tavolozza, scatola di colori, pennelli, tutti inseparabili attrezzi del grande Maestreo.Sino all’ultimo aveva lavorato per la realizzazione delle “Bagnati”, l’opera che chiude la mostrra, facendosi legale i pennelli alle dita ormai deformate dall’artrite reumatoide.

Renoir muore il 3 di9cembre 1919 e la sera prima di spirare, a causa di un’infezione polmonare, pronuncia queste parole :”Forse adesso incomincio a capire qualcosa”.

Enrico Barone