Il “giorno dopo” la decadenza di Silvio Berlusconi. Le cronache narrano che…

Il “giorno dopo” la decadenza di Silvio Berlusconi. Le cronache narrano che…

Le cronache dei giornali vicini al Cavaliere ex senatore, dopo la “decadenza” di Silvio Berlusconi, raccontano una serie di fatti e dichiarazioni, più o vero presunte, che richiederebbero delle conferme o delle smentite. Per carità, si tratta di cose davvero marginali, ma pur sempre indicative su come vanno avanti certe cose in questo Paese che, oramai, non riesce più ad essere sicuro di niente.

Sul quotidiano “Libero” veniamo a sapere che, il giorno dopo, i seguaci di Forza Italia scoprono che la “decadenza” è diventato un “elisir di lunga vita” per Silvio Berlusconi ed i suoi. Lo dicono i sondaggi! C’è da chiedersi perché quei sondaggi non siano stati fatti prima. Così, oltre a non farci perdere tempo a seguire tutte le risse sulla “decadenza”, saremmo arrivati tre mesi prima ad apprezzarla visto che sembra fare così tanto bene al Centro destra.

Libero “svela” anche il piano che Berlusconi starebbe accarezzando: presentarsi alle elezioni europee del prossimo Maggio 2014 in un altro paese. Nelle fila di un partito “amico”. In Ungheria? Candidato dalla Le Pen in Francia? Dalla destra di qualche Partito Popolare? Si vede che si ritiene che all’estero non arrivino i giornali e che le notizie della tv riguardino solo fatti domestici. E’ strano che nel circolo stretto di uno dei più grandi “comunicatori” al mondo non si rifletta sulla forza, anche in negativo, della comunicazione.

Passiamo al resoconto che fa “Il Giornale” dell’incontro avvenuto al Quirinale tra Giorgio Napolitano ed i Capi gruppo di Senato e Camera di Forza Italia, Paolo Romani e Renato Brunetta. I due erano accompagnati da una fitta schiera di presidenti di commissioni parlamentari destinati, in teoria, a decadere dopo l’uscita dalla maggioranza, e di esponenti vari del Partito di Berlusconi. Un’autentica processione propiziatrice, più che un incontro istituzionale!

Ufficialmente, questa folta schiera sarebbe salita sul Colle del Quirinale per porre sul tavolo il problema del dibattito parlamentare da avviare. Il voto di fiducia incassato al Senato dal Governo di Enrico Letta ha, di fatto, mutato l’assetto politico istituzionale nato dopo le elezioni dello scorso Febbraio e la creazione delle cosiddette “larghe intese”.

brunetta romani

Brunetta e Romani avevano, persino, tentato di bloccare ed impedire quel voto, scontato!, chiedendo che Enrico Letta, dopo aver perso il supporto loro e di Berlusconi, si presentasse dimissionario dinanzi alle Camere. Cosa che non è stata perché il voto del Senato, lo si sapeva!, era destinato a dare una “pienezza” politica e di numeri all’esecutivo. Adesso, nessuno ha fretta di fare questa nuova verifica ed Enrico Letta ha già fatto sapere che se ne parlerà dopo le primarie del Pd.

Comunque, Giorgio Napolitano ha subito rasserenato il clima della visita al Quirinale: non c’è problema, ha risposto ai “forzisti”. Volete questo passaggio in Parlamento, anche in omaggio ai bizantinismi della politica italiana? Ebbene, sì: rinnoveremo il dibattito alla Camera ed al Senato e, così, prenderemo definitivamente atto che c’è una nuova maggioranza. La quale non ha bisogno né di Berlusconi, né di voi di Forza Italia.

Brunetta e Romani, ed i loro accompagnatori al Quirinale, potranno solo sperare in un colpo di scena interno al Pd. In questo momento, però, sembra del tutto impensabile visto che molto difficilmente Matteo Renzi sarebbe, ammesso che lo ritenesse conveniente, in grado di mettere in crisi il Governo di Enrico Letta in tempi così veloci e con i gruppi parlamentari del Pd non  certo in mano sua.

Leggendo però sia articolo, sia titolo  de “Il Giornale” viene il sospetto che nel corso dell’incontro con il Capo dello Stato si sia parlato in realtà  d’altro. Si tratterebbe, guarda un po’ il caso, della solita questione: quella di Silvio Berlusconi. In particolare,  del suo possibile arresto.

Il titolo è emblematico: “Primo giorno da ex senatore: il Quirinale rassicura Berlusconi”. Nel testo si scrive: “Nel primo giorno da cittadino semplice non si avverano gli incubi che in queste settimane hanno tolto il sonno a Silvio Berlusconi. Il che ovviamente non significa che il pericolo sia fugato, tanto che il Cavaliere continua a pensare che di qui al prossimo mese si troverà davanti a qualche spiacevole sorprese. Non a caso il tema è uno dei passaggi più delicati del faccia a faccia che si tiene al Quirinale tra i capigruppo di Forza Italia Renato Brunetta e Paolo Romani (accompagnati dai rispettivi vice e da una folta delegazione del partito) da una parte e Giorgio Napolitano dall’altra. Con il capo dello Stato che avrebbe dato rassicurazioni: da una «sommaria verifica» l’ipotesi di un mandato di arresto sarebbe da escludere”.

napolitano occhiali

Viene da chiedersi: ma sarà vero? Il Capo dello Stato avrebbe fatto una “sommaria verifica” e sarebbe, quindi, in grado di “escludere” l’ipotesi di un mandato di arresto? Con chi ha fatto questa, sia pure sommaria, verifica? Con tutte le procure d’Italia? Ha queste possibilità, questo compito e queste prerogative il Presidente della Repubblica? Io sono tentato di escluderlo. E, poi, perché avrebbe dovuto, Giorgio Napolitano, prendersi la briga di svolgere questa verifica? Per far dormire  sonni tranquilli a Romani, Brunetta e Gasparri? E perché i magistrati dovrebbero fornirgli in anticipo informazioni coperte, eventualmente, dal segreto istruttorio? Quello a cui, mi pare, giustamente, tutti ci tengono così tanto a far rispettare? Il Capo dello Stato, per un magistrato, di fronte alle notizie tutelate dal segreto è un cittadino come un altro!

Non ci fu una vecchia polemica sulla notizia comunicata al Presidente  Scalfaro dell’avviso di garanzia consegnato dalla Procura di Milano a Berlusconi nel ’94. O ricordo male?

Allora al Quirinale ci dev’essere stato un fraintendimento. Non devono aver sentito bene, quelli di Forza Italia. Forse la cosa è stata dovuta al fatto che c’era un brusio di fondo provocato da una così ampia delegazione.

Anche leggendo il pezzo de “Il Giornale” si viene a sapere che Silvio Berlusconi starebbe accarezzando l’idea di candidarsi, comunque, alle prossime europee. Quello di “Libero”, allora, non è uno “scoop”, allora. Rischia di diventare un segreto di Pulcinella.

Anche in questo caso, sono portato a chiedermi: ma sarà vero? A che serve, eventualmente, dirlo adesso? Forse, per fare presente che sarebbe inutile costringer Berlusconi ai “domiciliari”. Perché tanto, tempo sei mesi, ne uscirebbe sulla scia di una clamorosa elezione riportata all’estero a conferma del detto “Nemo propheta in Patria”? Con Silvio Berlusconi, autentico Harry Houdini della politica, non ci si deve mai meravigliare di niente.

Ho parlato dei “domiciliari”. Eravamo rimasti fermi al fatto che Berlusconi avesse eletto domicilio a Palazzo Grazioli a Roma. Indirizzo comunicato al Tribunale di Milano dopo che la sentenza della condanna per frode fiscale sul caso dei diritti Mediaset era diventata definitiva. Lui da allora, risulta essere rimasto sempre lì: in Via del Plebiscito. Era stata comunicato che avrebbe optato per scontare la residua pena di un anno in affidamento ai servizi sociali.

Decaduto, invece, dal Senato, viene fatto sapere volutamente a tutti che se ne è volato ad Arcore. E’ stata fatta circolare la voce che l’amico Previti gli abbia parlato in termini non proprio esaltanti della sua esperienza ai servizi sociali. Silvio Berlusconi, arringando i giovani del suo partito, si è giustamente lamentato, a mio avviso, del fatto che don Mazzi avesse avuto l’infelice idea di invitarlo ad andare “a pulire i cessi” nella sua comunità. E’ bene rispettare sempre le persone e da un prete questa sensibilità ce l’aspettiamo più che da chiunque altro.

villa arcore

Viene, in ogni caso, da chiedersi: é cambiato qualcosa? Berlusconi preferisce farsi i domiciliari e scontarli ad Arcore? Adesso che è decaduto, che ci resta a fare a Roma, infatti? La villa nel monzese gli consente anche di prendere, ogni tanto, una boccata d’aria. Cosa che, stando ai domiciliari, non può certo fare nel pieno centro di Roma.

Giancarlo Infante