Botte nel Consiglio regionale del Piemonte

Botte nel Consiglio regionale del Piemonte

Rissa in aula in Consiglio regionale del Piemonte, a Torino. In aula era presente il governatore Roberto Cota. Una presenza a sorpresa in quanto,  in un primo momento, aveva annunciato che non sarebbe stato in aula perché la seduta era in programma alla vigilia della partenza per un viaggio istituzionale in Giappone con le imprese piemontesi. All’ordine del giorno non figurava l’inchiesta giudiziaria su rimborsopoli. L’inchiesta che ha coinvolto il tre quarti dell’intero consiglio regionale. Ben 43 consiglieri, infatti, su 57 hanno ricevuto una comunicazione di garanzia.

La scintilla é scoccata poco istanti dopo l’inizio della seduta quando il capogruppo di Fratelli d’Italia, Franco Maria Botta,  prende la parola. Botta dopo aver definito “ topi di fogna” i giornalisti , si é scagliato verbalmente contro il predecessore di Cota, Mercedes Bresso,  la quale era iscritta a parlare. Il capogruppo del PD Rescigna si é alzato per difendere la collega per la quale interviene il consigliere, sempre del PD, Roberto Placido che si é scagliato contro Botta.

I due sono finiti a terra prima di essere separati dai commessi e dai colleghi. Una scena di altri tempi che ha il potere di alzare la tensione tra i rappresentanti del Centro sinistra e del Centro destra. In un clima arroventato, mentre si susseguono gli insulti, si é udito anche distintamente l’insulto di “comunisti” lanciato da Fratelli d’Italia verso il Pd.

La Bresso rinuncia al proprio intervento: “Mi sono sentita aggredita, spero che questa legislatura abbia presto termine. Parlerò sui social network”. Anche il presidente dell’Assemblea, Valerio Cattaneo, nel riprendere nuovamente i lavori dell’assemblea,  avverte che questo fatto gravissimo sarà oggetto di riesame. In un clima d’insulti,  la seduta è stata condotta a termine con il presidente del gruppo PD che pronuncia in aula un duro intervento nei confronti di Cota colpevole di “offendere i piemontesi ogni giorno che passa scaricando su di loro i costi della crisi.”

Enrico Barone