Da vent’anni Francesco Dardanello è al timone della Camera di commercio della terza provincia più grande d’Italia, la provincia di Cuneo che, situata al confine del Piemonte, rappresenta il naturale punto di contatto tra la pianura Padana, la Francia e la Liguria. Una provincia a vocazione soprattutto agricola e turistica. Risorse queste che si fondono alla perfezione con l’industria automobilistica e il suo indotto che rappresenta una delle potenzialità maggiori della nostra produzione. Una provincia, spiega il Presidente Dardanello, dove le conseguenze della crisi economica europea si sono fatte sentire ma dove si è attenti anche a cogliere i segnali di ripresa che richiedono l’adozione di misure economiche forti per rilanciare la potenzialità del sistema Italia.
Francesco Dardanello, imprenditore piemontese doc, dal 2009 è anche al vertice di Unioncamere, l’organizzazione che raccoglie tutte le Camere di commercio d’Italia ed è anche membro del consiglio di amministrazione che gestisce l’aeroporto di Levaldigi (Cuneo), il secondo scalo del Piemonte.
“La provincia Granda ha manifestato i segni della crisi in ritardo rispetto al resto del territorio nazionale, ma non è riuscita a evitarli. I dati più recenti evidenziano un ricorso considerevole alla Cassa integrazione guadagni e denunciano un saldo negativo, tra apertura e chiusura di imprese. Non si tratta di cifre considerevoli, in quanto si è a quota -0,01%, ma di un indicatore che dimostra la presenza di difficoltà nel riagganciare il trend di crescita. Anche l’esportazione, da sempre punto forte dell’economia locale, è in lieve ridimensionamento. Le previsioni, per fine anno, non sono, dunque rosee, ma neppure drammatiche. Si resterà sui livelli del 2012.”
“Partiamo dall’articolazione dell’economia cuneese, rappresentata dall’agricoltura (30%), dai servizi (19,7%), dal commercio (18,6%), dalle costruzioni (14,9%), dall’industria (9,3%), dal turismo (5,2%)e da altre attività. Per vocazione, la provincia guarda al mondo dell’agricoltura, caratterizzato da specificità che vanno valorizzate e sono già state premiate da marchi di tutela. Altro punto forte è l’alimentare, mentre un processo evolutivo in positivo sta interessando il comparto delle macchine e apparecchiature meccaniche. Certo, molto lavoro resta da fare. Mi riferisco, nello specifico, al turismo, forte di una situazione ambientale favorevole, ma ancora lontano dall’obiettivo del fare sistema, per integrare tra loro le varie opportunità e offrire servizi più articolati sul territorio. Punto forte, da esaltare ulteriormente, è anche l’enogastronomia, basata su una serie di produzioni d’eccellenza, apprezzate in tutto il mondo.”
“La Camera di Commercio di Cuneo si è sempre battuta non solo per il mantenimento, ma anche per il potenziamento dell’aeroporto di Levaldigi. Notevole l’impegno finanziario espresso per consentire la realizzazione del progetto dell’aerostazione. Attualmente l’ente camerale è tra i maggiori azionisti, con il 19,9%. I risultati, quanto a numero di passeggeri, sono promettenti, caratterizzati da un trend costante di crescita. Per fine 2013 si pensa di poter sfiorare i 300.000 passaggi. La situazione potrebbe subire un’ulteriore svolta positiva con
Quanto potrà incidere l’innovazione sulla crescita del comparto economico provinciale? Quali saranno i settori interessati?
“I risvolti positivi legati all’innovazione sono innegabili e possono incidere trasversalmente sull’economia provinciale. Rappresentano un’aspirazione da cui non si può prescindere. Alla luce di tale convinzione l’ente camerale è presente, con quote societarie in organismi quali il Creso, che promuove il cambiamento in agricoltura, Tecnogranda per quanto concerne, nello specifico, il comparto alimentare e
Quali strumenti la Camera di commercio mette in campo per contrastare il fenomeno della disoccupazione?
“L’impegno parte, in questo caso, dalla fase dell’orientamento, in modo da preparare allo svolgimento di attività lavorative non inflazionate, necessarie a un equilibrato sviluppo delle realtà operative esistenti. Importante, in tale ottica, è il progetto Excelsior che, periodicamente, a cura dell’ente camerale, rileva i bisogni occupazionali delle imprese. Di qui l’intensificarsi dei rapporti con le scuole, aderendo a iniziative quali il Job day, cioè la breve parentesi vissuta all’ombra dell’imprenditore, oppure gli stage estivi nelle
Lei, in qualità di presidente di Unioncamere cosa si sente di chiedere al governo per favorire la crescita? Quali, a suo avviso, le misure che andrebbero varate?
“La ripresa non cade dal cielo. La ripresa c’è se la costruiamo tutti insieme. Governo, istituzioni, imprese, sindacati. Ritrovando quella coesione senza la quale non si va da nessuna parte. In questi anni di crisi, a fronte di tante imprese chiuse ce ne sono state tante che hanno dimostrato di poter reagire
Per sostenere questa vocazione all’impresa abbiamo bisogno di politiche che puntino sui grandi
Noi ci crediamo. E l’abbiamo messo nero su bianco in un manifesto presentato nei giorni scorsi con Fondazione Symbola e Fondazione Edison, per portare l’Italia Oltre la crisi. Su questi punti stiamo raccogliendo un consenso crescente da parte dei principali attori dello sviluppo economico e, con il loro aiuto, crediamo che sia possibile costruire una nuova politica industriale. La legge di stabilità va nella giusta direzione ma è migliorabile. Mi auguro che Governo e Parlamento si adopereranno per trasformarla in un reale strumento di sviluppo. Ci sono, infatti, questioni cruciali che attendono risposte immediate e incisive. A partire dalla stretta creditizia che rischia di mettere in ginocchio un numero sempre più elevato di aziende, anche sane. Per non parlare della modernizzazione del paese con la realizzazione dell’agenda digitale, l’alleggerimento del peso della burocrazia su imprese e cittadini e un sistema della giustizia civile degno di questo nome. Quattro priorità su cui l’Italia si gioca il proprio futuro.”
Enrico Barone