RomaSettimanale.it di nuovo on line

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Lo “stop” è terminato. RomaSettimanale.it ha ripreso le pubblicazioni dopo un’improvvisa, quanto imprevista, interruzione di ben 9 giorni. Di fatto, dalle 15,30 circa di domenica 10 novembre il server è andato, per così dire, in tilt. Il “guaio” è apparso subito serio, e per cercare di capire cosa esattamente fosse accaduto non c’è voluto molto, nonostante il pomeriggio domenicale con la conseguente “assenza” di diverse delle persone che avrebbero potuto intervenire. Guasto, intervento esterno, intervento “interno”, sabotaggio, dispetto? Chi lo può dire? Anzi, da qualche giorno lo potremmo pure dire, a ragion veduta. Ma non ci conviene. Naturalmente, trattandosi di un giornale di informazione con tanto di Testata giornalistica regolarmente registrata, non potevamo subire passivamente come se si fosse trattato dello scherzuccio di qualche buontempone, chissà, magari pure conosciuto. Perciò non è rimasto altro che rivolgerci alla Polizia postale sporgendo regolare denuncia, fornendo gli elementi di cui eravamo in possesso, e poi, su suggerimento, altra documentazione che ci siamo in fretta procurata consegnandola subito.

1poliziapostale2Chiacchierando del più e del meno con gli esperti del Corpo di polizia ci siamo fatti un’idea più precisa dei reati che vengono quotidianamente consumati, sia per quanto riguarda internet che la telefonia. Ed emerge chiaramente, come, soprattutto i giovani, e di più i giovanissimi, non abbiano la minima percezione del reato, ignorando come persino prendere di nascosto il cellulare dell’amico o dell’amica ed entrare magari su Facebook o su Twitter al loro posto possa costituire una violazione perseguibile penalmente. E dire che gli strumenti per l’identificazione, ovvero per rilevare la cosiddetta tracciabilità in grado di far risalire al colpevole o ai copevoli, ci sono. Ogni azione lascia una traccia e questa, se pur apparentemente depistante, ne lascia un’altra. Basta che ci sia sul serio la necessità di impegnarsi in un lavoro certosino che può rivelarsi anche lungo e difficile, per non parlare dei costi. Ma di necessità si fa virtù. La migliore cura, come del resto sempre e in ogni caso, resta la prevenzione. Noi avevamo, si fa per dire, una “ruota di scorta”, attrezzata dopo una piccola avvisaglia, che ci ha permesso di limitare i danni. Potevamo tranquillamente rientrare on line entro 24 ore. Abbiamo preferito lasciar spazio agli investigatori e tranquilli gli amici dei server, per dar loro modo di compiere con serenità i controlli e le rilevazioni necessarie a preparare un’accurata relazione da trasmettere alle Forze dell’ordine. Poi spetterà alla Procura pronunciarsi. Nel frattempo ci siamo occupati di preparare non altre ruote di scorta, bensì di acquisire un paio di fabbriche di pneumatici. Tanto c’è chi ce le pagherà.

Enrico Massidda