Sindacati e Confindustria critici con Legge di Stabilità: ci voleva più coraggio

Sindacati e Confindustria critici con Legge di Stabilità: ci voleva più coraggio

Le reazioni immediate delle forze sociali ai provvedimenti fissati dal Governo di Enrico Letta con la Legge di Stabilità appena approvata dal Consiglio dei Ministri non sono state per niente positive. Le confederazioni sindacali minacciano di scendere sul piede di guerra ed organizzare lo sciopero generale, mentre il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi giudica il provvedimento non ancora sufficiente «per farci ritrovare la crescita» anche se a suo avviso va nella direzione giusta.

Squinzi si aspettava un provvedimento che incidesse molto più profondamente sul costo del lavoro : “Noi , ha detto, avevamo indicato come priorità assoluta il cuneo fiscale. Cosa fare? Non sono il primo ministro di questo Paese ma vorrei dire che ci vuole più coraggio».

Per i sindacati, il primo a sparare contro è stato Luigi Angeletti. Il segretario generale della Uil ha detto che la sua organizzazione è decisa ad organizzare proteste forti guardando soprattutto alle decisioni prese in materia di blocco dei contratti, del cosiddetto “turn over”, del taglio degli straordinari e dei provvedimenti sulla liquidazione:
letta sindacati
«Il governo aveva detto basta ai tagli lineari, annunciando: d’ora in poi solo operazioni chirurgiche sulla Pubblica Amministrazione per decidere dove investire e dove tagliare. Cosa c’è invece di più lineare di bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti».

La Cgil, con Susanna Camusso, segue da presso: «Non c’è alcuna discontinuità rispetto alle politiche precedenti le cifre che si sono potute vedere a sostegno dei redditi di lavoratori e pensionati non sono sufficienti e si aggredisce il lavoro pubblico anche sulle politiche sociali».

Alessandro Di Severo