Il Governo indiano diviso sulle sorte dei due nostri Girone e Latorre detenuti da 18 mesi. Gli indiani bloccano una nave di società Usa operativa contro i pirati

Il Governo indiano diviso sulle sorte dei due nostri Girone e Latorre detenuti da 18 mesi. Gli indiani bloccano una nave di società Usa operativa contro i pirati

La questione dei due marines italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre è ancora lontana dal trovare una soluzione. Sulla stampa indiana circolano notizie secondo cui si sarebbe creata una spaccatura in seno al Governo di Nuova Delhi in merito alle decisioni da adottare sul caso dei due nostri marinai. Girone e Latorre sono detenuti oramai da oltre 18 mesi e sono ancora in attesa di un processo con l’accusa di aver sparato a due pescatori indiani scambiati per pirati.

Il Ministro degli Esteri indiano, Salman Khurshid, ha escluso qualsiasi accordo extragiudiziale a meno che esso non sia disposto dal tribunale perché, ha ricordato, si tratta di un procedimento penale. Questa è una questione criminale, ha detto Khurshid, e non riesco a vedere come sia possibile un accordo extragiudiziale “.

La dichiarazione del ministro degli Esteri di Nuova Delhi giunge mentre sarebbe confermata una diversità di opinioni tra la “National Investigation Agency”, l’agenzia di investigazioni giudiziarie indiane, ed il Ministero della Giustizia in merito alle procedure da seguire dopo che altri quattro marines italiani, presenti a bordo della nave allorquando ci fu la sparatoria di fronte alle coste di Kerbala, si sono rifiutati di presentarsi di persona a testimoniare dinanzi alle autorità investigative indiane.
girone latorre
I quattro, però, si sono detti pronti a rispondere a tutte le domande degli inquirenti indiani se rivolte loro attraverso una rogatoria internazionale o utilizzando le tecnologia della video conferenza.

Giunge intanto conferma che le autorità marittime indiane hanno bloccato una nave con bandiera della Sierra Leone perché gli uomini a bordo non sono stati in grado di esibire documenti atti a dimostrare la legittimità sulla cui base detenevano sulla nave armi e munizioni. Oltre ai 10 uomini dell’equipaggio, la nave imbarca 25 guardie di sicurezza. Si tratta di cittadini britannici, estoni, indiani e ucraini. La nave, fermata nel porto meridionale indiano di Tuticorin, appartiene ad una società statunitense specializzata in operazioni anti pirateria ed, evidentemente, i 25 uomini armati a bordo sono dei “mercenari” di professione utilizzati per la lotta contro i moderni corsari che infestano, in particolare, l’Oceano indiano.

Beatrice Zamponi