Tutto è pronto per la Barcolana 2013. Nell’immaginario e nel collettivo la gara, alla sua 45 esima edizione, interpreta e rappresenta l’anima marinara di Trieste: quell’anima che sintetizza tutti i sentimenti, anche i più profondi, della città giuliana, da sempre legata alle tradizioni del suo porto e al suo mare Adriatico. Sensazioni che si colgono e guardando all’interno della manifestazione da sempre divisa tra la parte sportiva, quella agonistica vera e propria e quella radunistica e festaiola. Una sensazione che si avverte tutta passeggiando nella città cara a San Giusto. Ignorare quest’aspetto della Barcolana vuol dire non saper cogliere lo spirito della manifestazione .Uno spettacolo che riesce ad accomunare non solo gli appassionati della vela ma anche , e sono tanti, gli amanti dello spettacolo in se stesso. Che sia uno spettacolo unico al mondo lo dicono anche i numeri della partecipazione. Quest’anno,infatti, ai nastri di partenza a contendersi la palma del vincitore sono attesi oltre 500 concorrenti con le proprie barche che si dice siano le più belle del mondo.
perché è una festa di fine estate, l’ultimo evento prima di tirare a secco la barca, in attesa della prossima stagione.
Il boom economico degli anni Ottanta riguarda anche la vela, e in questo decennio la Barcolana diventa davvero internazionale: nel 1980 arriva infatti la prima vittoria non italiana: giunge da Monaco di Baviera il Rupe, pronto a entrare nella storia della regata. La dimensione internazionale porta l’evento a una prima, grande crescita: arrivano gli sponsor, e arriva il leggendario Moro di Venezia. Sono gli anni della partecipazione italiana alla Coppa America, dell’orgoglio italiano nel mondo della vela,
scafi ultraleggeri.
Battiston (che aveva già vinto nel 1982, con Condor) si inventa, a seguire, la partecipazione a bordo di un Luffe 55 Fanatic – ancora oggi tra i protagonisti della Barcolana, dopo severi aggiornamenti tecnologici – e vince di nuovo, nel 1990, 1993, 1994. In quegli anni gli organizzatori pongono modifiche al percorso (la prima boa sconfina in acque slovene) e al regolamento (non sono più ammessi, per questioni di sicurezza, i trapezi), e si prepara la grande rivincita slovena.
Capodistria tiene a battesimo Gaia Legend, il primo di una lunga serie di scariche vede protagonista Mitja Kosmina: lo scafo vincerà tre edizioni di seguito, quella del 1995, del 1996 e del 1997, e Mitja Kosmina si porterà definitivamente a casa il Trofeo della Barcolana triennale challenge, dello scultore triestino Nino Perizi.
Visto il crescente successo, a terra e in mare, dell’evento, nel 2007 la Società velica di Barcola e Grignano potenzia l’organizzazione della manifestazione, e il pubblico arriva, secondo stime di Questura e Carabinieri, a 300 mila unità: la regata resta quel mix di festa popolare e grande appuntamento velico davvero unico nel mondo intero. Appuntamento a domenica.
Enrico Barone