Il Cda Alitalia approva l’aumento di capitale. Ma ancora il quadro non è affatto completo e l’intervento delle Poste desta più d’una perplessità come ben sa il duo Letta-Lupi

Il Cda Alitalia approva l’aumento di capitale. Ma ancora il quadro non è affatto completo e l’intervento delle Poste desta più d’una perplessità come ben sa il duo Letta-Lupi

L’ultimo degli ormai continui e frenetici Consigli di Amministrazione di Alitalia approva l’aumento di capitale. L’inserimento in extremis di Sarmi con le sue raccomandate pare abbia fatto il miracolo, anche se sembra proprio ci sia “qualcosina” da perfezionare e che il complesso puzzle non sia stato ancora incorniciato a dovere. Una vicenda in ogni caso sconcertante, che ha visto il tandem Letta-Lupi arrampicarsi sugli specchi riuscendo a mettere insieme e a ripescar per i capelli personaggi che proprio non ne volevano sapere. Di quali lusinghe e soprattutto promesse i due ex democristiani da tempo su opposte sponde siano stati capaci non riteniamo che mai sarà possibile sapere. Intanto è tutto un fiorire di perplessità e giustificazioni.

aaa1poste1Il Cda AlItalia, approvando all’unanimità, ha reso note un insieme di cifre che sommate l’una sull’altra raggiungerebbero quei 500 milioni di euro ritenuti necessari e sufficienti per il nuovo salvataggio della compagnia: 300 milioni di Euro a titolo di aumento di capitale da offrirsi in opzione ai soci. 200 milioni di nuove linee di credito da parte del sistema bancario e la conferma delle linee esistenti. “E’ così previsto che Poste Italiane s.p.a. – dice un comunicato Alitalia – garantisca la sottoscrizione di complessivi euro 75 milioni dell’aumento capitale rimasti eventualmente inoptati , e Intesa SanPaolo s.p.a. e UniCredit s.p.a., garantiscano la sottoscrizione di massimi euro 100 milioni dell’eventuale ulteriore inoptato”.

aaa1colanino3E ancora si legge che “a fronte di tale garanzia sull’inoptato, è prevista da parte di Banca Intesa San Paolo s.p.a. e di UniCredit s.p.a., la concessione di un bridge to equity di Euro 100 milioni al fine di consentire ad Alitalia di far fronte al suo immediato fabbisogno finanziario”. Tutto qui, con l’annuncio che Cda e Assemblea dei soci sono di nuovo convocati per lunedì 14 ottobre, ovvero tra tre giorni, e con il Presidente Colanino che manifesta la sua soddisfazione per la disponibilità all’aumento di capitale di un congruo numero di soci in aggiunta a quanto in precedenza versato e l’intero Consiglio plaude all’approvazione di una manovra fondamentale che “pone solide basi per il futuro della compagnia”. Nessun accenno nel comunicato a quanto ripetutamente espresso dall’accoppiata Enrico Letta- Maurizio Lupi circa la necessità di un nuovo valido piano industriale. Che potrebbe essere inteso come sinora “i patrioti” abbiano sbagliato tutto e che se perseverassero potrebbero essere chiamati ad assunzione di responsabilità, quindi a rispondere degli eventuali danni procurati.

aaa1poste10L’Ad di Poste Spa, Massimo Sarmi, si prodiga a spiegare che l’operazione non è assolutamente fatta con i risparmi dei suoi clienti. Lupi, indignato, nega che ad Alitalia siano stati offerti quegli “aiuti di stato” su cui praticamente sin dall’inizio si è basata la storia della compagnia. Guai, infatti, per Lupi, a parlare di aiuti di Stato. Per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti la tesi che l’ingresso di Poste Italiane nella ex compagnia di bandiera si configuri come un aiuto di Stato è da respingere in toto. Ma il gruppo postale, di totale proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, come si presenta esso stesso sul proprio sito internet, interverrà con 75 milioni. Parrebbe a prima vista arduo, al di là dei soliti cavilli, sostenere che non si tratti di denaro dello Stato. E a proposito del gruppo Air France-Klm, Lupi, prima del Cda, aveva anche detto: “Vediamo cosa farà sull’aumento di capitale, altrimenti si dovrà cambiare partner”. Per dover di cronaca ricordiamo che Air France-Klm possiede il 25 per cento di Alitalia e che è dispostissimo a versar la quota che gli compete. Che non ha nessuna intenzione di mollare l’osso.

aaa1squinziA Lupi risponde Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: “Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi di una mano pubblica in una società privata, ma passi se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza”, ribadendo poi l’assoluta necessità di “un piano di medio-lungo termine”. “Forse l’Italia è diventato un paese troppo piccolo – ha aggiunto il presidente di Confindustria – per permettersi una grande compagnia di bandiera. Bisognerà fare qualche riflessione forte da questo punto di vista”. Perplessità dello stesso tenore anche da parte dei sindacati Slc Cgil e Uilpost e dubbi del presidente dell’Eni, Scaroni, che però assicura che “un i ano industriale affidabile non fermerebbe i rifornimenti di carburante” da parte della sua società

Corrado Passera, già ministro e come manager impegnato sia in Intesa Sanpaolo (azionista di Alitalia) che nelle stesse Poste, aaa1passera1è intervenuto sulla vicenda, attribuendo la colpa della crisi della compagnia “a una lunga recessione” non prevedibile in quanto a durata e che l’intervento delle Poste è “potenzialmente positivo”. Parole definite da Carlo De Benedetti, ex suo amico ed editore di Repubblica, come “sconvolgenti ma non sorprendenti”. “Certo, c’è stata la crisi da noi come altrove – ha detto De Benedetti parlando di Alitalia e di Passera dall’Internet Festival di Pisa – ma la combinazione tra il marketing elettorale di Berlusconi e il marketing politico di Passera si è dimostrata disastrosa per tutti meno che per loro: più di 5 miliardi del denaro dei contribuenti sono stati bruciati sull’altare delle ambizioni personali”. Vantaggiosissima ogni più rosea speranza, invece, per Carlo Toto, ex proprietario di Air One. Coma sa benissimo d’altra parte Corrado Passera, vero artefice dell’intera operazione.

aaa1az4Sulla complessa vicenda, intanto, è puntato l’occhio attento dell’Enac, l’Ente che governa l’aviazione civile. “Se tutto procederà come indicato dal governo credo che non si correrà” il “rischio” che Alitalia chiuda i battenti”, ha precisato il suo presidente Vito Riggio. “Il problema di Alitalia – ha aggiunto Riggio – non sono regolarità e sicurezza dei voli, ma solo la scarsezza di quattrini”. Anche l’Unione europea è vigile e ha la lente sull’intervento di Poste in Alitalia. Il portavoce del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, ha detto che la Commissione esaminerà questo intervento “se riceveremo una notifica e, comunque, Alitalia potrà ricevere aiuti a condizione che le regole sugli aiuti per il salvataggio e per la ristrutturazione delle imprese siano rispettati”. Ed è qui che rispuntano i cavilli.

Enrico Massidda