I costi dei conti correnti bancari: una jungla di voci ai danni di chi non tratta con i direttori. Più favoriti i nuovi clienti. Ma quelli postali quasi sempre convengono

I costi dei conti correnti bancari: una jungla di voci ai danni di chi non tratta con i direttori. Più favoriti i nuovi clienti. Ma quelli postali quasi sempre convengono

I conti correnti bancari, una “voce” sempre più pesante nei bilanci dei cittadini. L`indagine, svolta con cadenza annuale, raccoglie le informazioni relative, appunto, ai costi gravanti sulle spese bancarie delle famiglie: spese fisse e variabili per la gestione e per le primarie operazioni; oneri e commissioni, diversi dagli interessi, collegati agli scoperti di conto e agli affidamenti. Il campione osservato include anche i conti accesi presso BancoPosta.

I risultati hanno evidenziato che nel 2012 il costo medio di gestione è stato di 103,8 euro, in flessione rispetto sia al 2011 (- 4,1 euro), sia al 2010 (- 6,7 euro). Secondo gli autori dell`indagine, tale regresso è riconducibile al combinato effetto della riduzione delle spese fisse (in particolare canoni base e “altre spese fisse”) e del numero medio di operazioni. aaa1conti6Viceversa, tra 2011 e 2012, le spese variabili hanno registrato una lieve crescita (+1,7 euro), in particolare il costo medio dei bonifici e le “altre spese variabili”; nello stesso periodo si sono rilevate riduzioni nelle spese per prelievi presso i bancomat e in quelle per scrittura.

Quanto alla composizione percentuale del costo medio, il rapporto comunica che il 57,3 per cento riguarda le spese fisse, il 28,3 per cento quelle variabili e il residuo 14,4 per cento rappresenta le commissioni sugli utilizzi a debito. Le spese fisse comprendono: i canoni base, bancomat e carte di credito; le spese per comunicazioni di trasparenza e quelle per invio estratto conto; le “altre spese fisse”. Il totale della spesa media è passato da € 67,7 nel 2011 a € 59,5 nel 2012.

aaa1conti3Le spese variabili includono le voci per: scritture su altri canali (es.: altre banche) e allo sportello; altre spese variabili; pagamenti automatici; prelievi bancomat e allo sportello; bonifici su altri canali e allo sportello. Sempre secondo il rapporto, le cause principali di variabilità nei costi sono imputabili al comportamento dei clienti (numerosità delle operazioni eseguite nell`anno), alle caratteristiche socio-anagrafiche (famiglie, pensionati, giovani), all`anzianità di apertura del conto. Riguardo a quest`ultimo aspetto i conti più “recenti” sono meno costosi rispetto a quelli con maggiore anzianità di apertura; vale a dire che la ricerca sul mercato di condizioni migliori o la rinegoziazione con la propria banca delle condizioni applicate sono attività che i correntisti non devono trascurare. In generale, i contratti più favorevoli sono offerti o alla nuova clientela, oppure ai clienti che vogliono cambiare banca.

aaa1conti10Nel 2012 i titolari di conti correnti postali hanno speso meno rispetto ai clienti delle banche: una tabella di raffronto dei rispettivi costi (presente nel documento d`indagine reperibile sul sito della Banca d`Italia) conferma che nel loro insieme i servizi BancoPosta sono stati più economici dei corrispondenti servizi bancari. Lo scostamento rilevato è giustificabile con la diversa composizione dei servizi, rileva infatti che la clientela postale ha usufruito in percentuali più ridotte rispetto alla bancaria dei servizi ausiliari, per esempio il servizio di tenuta dossier titoli. Le spese fisse dei conti correnti postali si sono attestate a 41,5 euro contro gli 59,5 euro dei conti bancari, le spese variabili sono state rispettivamente € 14,8 e € 29,4; le spese per gli utilizzi a debito sono stati € 0,3 per i conti postali e € 14,8 per i bancari.

aaa1conti11Nel 2012 un conto corrente postale è costato complessivamente € 56,6 mentre l`analogo bancario è costato € 103,7. Gli oneri sugli affidamenti, al netto degli interessi, sono stati lo 0,23 per cento del credito accordato su base trimestrale (in aumento dal precedente 0,19 per cento); mentre gli oneri sugli sconfinamenti, rapportati al credito utilizzato, sono passati dal 4,9 per cento del 2011 al 2,9 per cento del 2012. In assenza di fido, i clienti che hanno sconfinato hanno sostenuto un onere medio trimestrale sugli scoperti pari al 4,2 per cento del credito utilizzato, nel 2011 era il 6,6 per cento. E se poi si considera il sempre più diffuso sistema Postepay soprattutto per il trasferimento di denaro in tempo reale a bassissimo costo e che è al tempo stesso una carta di credito ricaricabile vera e propria aderente al circuito Visa, l’ago della bilancia “banca-posta” pende decisamente a favore di quest’ultima.

Francesco Romano Pappalardo