Si torna a parlare di Alitalia, perennemente in crisi, per la quale sembra profilarsi una nuova soluzione di salvezza. Il piano dei tagli, diffuso da Air France-Klm, che intaccherebbe non solo la parte tecnica ma anche gli investimenti programmati, non piace, infatti, al Governo di Enrico Letta. Le rigorose condizioni che Parigi vorrebbe imporre per il salvataggio di Alitalia hanno convinto Palazzo Chigi ad accelerare i tempi per trovare una soluzione. E così è emersa l’idea di coinvolgere Rfi, ovvero le ferrovie dello Stato. Per cui, il suo amministratore delegato Mauro Moretti è stato convocato per domani, lunedì 7 ottobre, a Palazzo Chigi.
Il tempo, infatti, stringe. La soluzione deve essere in ogni caso presentata il 14 ottobre in sede di Assemblea dei soci Alitalia. Se l’ipotesi di un ingresso delle ferrovie nel capitale della compagnia aerea di bandiera si concretizzasse, il futuro del trasporto aereo nazionale potrebbe assumere un aspetto decisamente nuovo.
Il gruppo franco-olandese Air France-Klm fino ad oggi considerato l’unica soluzione degli annosi problemi di Alitalia, alle prese con pesanti problemi economici, non intenderebbe valorizzare l’aeroporto di Fiumicino, congelando il piano di investimenti da 12 miliardi messo in cantiere da Aeroporti di Roma,
Mauro Moretti, ingegnere, una carriera interamente all’interno delle ferrovie, è l’uomo protagonista del risanamento dell’azienda dei treni, tradizionalmente, quasi ovunque, destinata alla cronica passività.
Mauro Moretti, invece, c’è riuscito, pur non essendo certo un pazzo. Ma è riuscito nell’impresa puntando soprattutto sull’Alta Velocità ferroviaria che tuttavia, purtroppo, copre soltanto il segmento Salerno-Napoli-Firenze-Bologna-Milano-Torino, con piccole estensioni su Venezia e Bolzano, e certo non a prezzi popolari. Per di più limitando, e in molti casi, addirittura sopprimendo, l’offerta di viaggio sui convogli tradizionali, sui treni notturni e pendolari, chiudendo inoltre centinaia di chilometri di ferrovie secondarie assai poco remunerative sul piano economico.
Comunque, in Alitalia, si tratterebbe di un ingresso soft, perché le Fs potrebbero acquisire una quota di minoranza partecipando alla ricapitalizzazione che dovrebbe essere approvata dall’Assemblea dei soci per dare maggiore forza alla compagnia di bandiera italiana. Una partnership a livello industriale che avrebbe il pregio di non bloccare il piano di investimenti preservando le migliaia di posti di lavoro. Un piano che piace a livello del Comune di Roma, della Provincia e della Regione Lazio, tanto che non si esclude nella prossima settimana la convocazione di una riunione straordinaria anche con la partecipazione dei sindacati che chiedono da tempo al governo di trovare una soluzione. Anche se l’impresa di Moretti di contribuire a
L’integrazione treno-aereo in Italia, per funzionare, vorrebbe dire ribaltare quanto deciso nel 2008 con la costituzione dell’Alitalia-Cai dei “capitani coraggiosi”, che puntarono ai servizi di breve e medio raggio in luogo delle rotte intercontinentali, acquisendo oltretutto quella novantina di Airbus di medio raggio ordinati tempo prima dal Carlo Toto di Air One, prima che confluisse con la sua più piccola e indebitatissima compagnia appunto nella nuova Alitalia, sia come azionista, sia portando in dote l’ordine del grosso lotto di nuovi jet. E con 450 milioni di euro cash nelle sue tasche. Ce la potrebbe fare Moretti a compiere il “ribaltone” e a creare un competitivo network di lungo raggio?
Enrico Massidda